L'Arma gli aveva offerto supporto che lui ha rifiutato perché aveva intrapreso un percorso per coppie in crisi. Minniti: "Troppe sottovalutazioni"
Una coppia in crisi: lei terrorizzata da lui e impaurita per le sue figlie e l'uomo sempre più incattivito e incupito dalla separazione e dalla prospettiva di un divorzio. Luigi Capasso, il carabiniere di 43 anni che mercoledì ha ferito gravemente sua moglie, Antonietta Gargiulo, ha ucciso le sue figlie e si è tolto la vita, aveva, insieme a sua moglie, iniziato un percorso psicologico per coppie in crisi in un centro diocesano di aiuto alle famiglie a Cisterna di Latina.
Nonostante ciò, avevano preso la strada della separazione giudiziale con addebito e l'udienza era fissata per il 29 marzo prossimo. Una scadenza che deve aver mandato completamente in tilt il militare che, dalla scorsa estate dormiva negli alloggi dei carabinieri. Inoltre l'uomo il 30 gennaio scorso aveva superato un test psicologico di idoneità professionale: una prova di routine effettuata da una commissione specifica nei casi in cui i militari stanno attraversando un momento di crisi, come era quello della separazione tra i due.
Secondo quanto si apprende il carabiniere, dice, in quell'occasione, di vivere fuori casa da mesi perché così vuole sua moglie ma ammette i suoi errori e dice di voler tornare con le bambine. Intanto resta ancora in prognosi riservata all'ospedale San Camillo di Roma la donna, arrivata mercoledì mattina in elisoccorso dopo essere stata colpita dal marito che l'attendeva in garage. E' sedata e le sue condizioni sono, rispetto a mercoledì, stazionarie. Ha ferite e ferite all'addome, alla guancia e in zona cervicale.
Chiaro l'atto di accusa dell'avvocato che stava seguendo la donna, operaia alla Findus, nelle pratiche per la separazione. "Era consapevole dei rischi – ha detto l'avvocato Maria Concetta Belli – Non ha mai accettato l'incontro da sola, neanche in un bar. Neanche quando lui ha ritirato tutti soldi dal conto cointestato e le ha detto: 'Vediamoci, ti do il tuo 50%'. Lei la denuncia non l'ha voluta fare perché avrebbe messo a rischio il lavoro di suo marito, che era già stato sospeso dal servizio a seguito di un'altra denuncia. E di conseguenza, in caso di separazione, ci sarebbero stati dei problemi per il mantenimento delle bambine. Lei ha agito sempre per il bene delle bambine".
"Io ho visto le bambine e loro erano terrorizzate dal padre – racconta la penalista – Lui non era mai stato aggressivo con loro, ma davanti a loro aveva aggredito la madre. Lei più volte aveva parlato con il comandante di suo marito e a sua volta il suo comandante aveva parlato con lui. Solo che non gli era mai stata tolta la pistola e questo è un fatto negativo". Maria Concetta Belli ha ricordato che Antonietta Gargiulo aveva presentato un esposto contro il marito: "Certo, gli esposti sono un campanello d'allarme, però molte volte si devono cercare delle conferme. Nel caso specifico c'è stato un esposto e un contro esposto da parte del marito", ha concluso l'avvocato.
Sulla vicenda ha parlato anche il ministro dell'Interno Marco Minniti: "Su queste questioni ci sono troppe sottovalutazioni, per troppo tempo non si comprende quale minaccia è messa in campo. Su questo tema dobbiamo prendere un impegno d'onore, nessuno di noi deve sottovalutare, in un grande Paese questo non può e non deve avvenire".
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