Una ferita alla testa conferma l'ipotesi di omicidio. I Ris nell'appartamento dell'orrore per nuovi accertamenti

Nonostante le prove che inchiodano i tre fermati, proseguono a Macerata le indagini sull'omicidio di Pamela Mastropietro, la 18enne romana il cui corpo fatto a pezzi è stato trovato all'interno di due trolley abbandonati a Pollenza, nel maceratese.

Martedì verranno prese le impronte palmari e plantari di un connazionale e conoscente dei tre nigeriani accusati del delitto: gli inquirenti sottolineano si tratta di verifiche che servono ad escludere il coinvolgimento di altri nella morte della giovane. Vanno avanti anche gli accertamenti su tabulati e traffico telefonico dei tre finiti in carcere con le accuse di omicidio e vilipendio, soppressione e occultamento di cadavere.

Lunedì mattina gli operatori del Ris sono tornati nell'appartamento di via Spalato 124, a Macerata, dove viveva Innocent Oseghale e dove il corpo di Pamela è stato fatto a pezzi nel pomeriggio del 30 gennaio: ulteriori accertamenti tecnici irripetibili sono stati svolti alla presenza dei difensori delle tre persone fermate la cui presenza nella casa degli orrori è dimostrata proprio dal traffico delle celle telefoniche.

Martedì, nel carcere di Ancona, si svolgeranno gli interrogatori di convalida dei fermi al ventiduenne Desmond Lucky e al ventisettenne Awelima Lucky (bloccato dai carabinieri mentre dalla stazione centrale di Milano era in partenza per la Svizzera).

L'inchiesta si sposta sempre più sul fronte tecnico e di laboratorio: si cercano contatti, messaggi e impronte per escludere che i tre abbiano avuto altri complici. E ulteriori accertamenti verranno svolti dal Ris anche sul corpo straziato della vittima: dall'autopsia sono emerse ferite al fegato e alla testa, compatibili con l'accusa di omicidio, ma non è stato possibile definire le responsabilità di ognuno dei tre fermati, né accertare se Pamela sia stata violentata prima di essere uccisa, o se abbia assunto dosi di droga tali da provocare una overdose.

Per avere certezza degli stupefacenti assunti dalla vittima bisognerà attendere i risultati delle analisi tossicologiche che arriveranno nei prossimi giorni. Sempre martedì verranno svolti anche una serie di rilievi sull'auto del tassista camerunese che per primo denunciò Oseghale. Nel suo taxi era salito il nigeriano con i due trolley che contenevano il corpo dilaniato della vittima per allontanarsi da Macerata e liberarsene. Dopo il ritrovamento del cadavere, il tassista, che conosceva Oseghale, si presentò dagli inquirenti per denunciarlo. 

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