Messa e suono delle sirene delle barche per l'anniversario. In quel disastro morirono 32 persone. Condannato a 16 anni il comandante Schettino, ora in carcere
Culmina con il suono delle sirene delle imbarcazioni in porto, alle 21,45, all'isola del Giglio (Grosseto), la commemorazione del sesto anniversario del naufragio della Costa Concordia nel quale persero la vita 32 persone e altre 157 rimasero ferite. Prima, alle 12, una messa di suffragio nella chiesa dei santi Lorenzo e Mamiliano; alle 21,30 dalla chiesa parte una processione con fiaccolata fino alla lapide delle vittime, sul molo rosso. Sull'isola, per la commemorazione, insieme alle autorità locali, è atteso anche il capo della polizia, Franco Gabrielli, ex capo della protezione civile al tempo del naufragio.
Anche sei anni fa era un sabato. Alle 21,45 la grande nave da crociera, salpata da Civitavecchia e diretta a Savona, urtò gli scogli de Le Scole davanti all'isola del Giglio. L'impatto provocò una falla di circa 70 metri sul lato sinistro dello scafo. La nave si inclinò a Punta Gabbianara, su due blocchi di granito che le evitarono di precipitare a 100 metri sott'acqua. A bordo della nave c'erano 3.216 passeggeri e 1.013 membri dell'equipaggio.
Fu anche grazie all'opera di soccorso prestata dagli isolani che il bilancio finale della tragedia non fu più alto. Tutti sull'isola si prodigarono per prestare assistenza ai naufraghi bagnati e infreddoliti. Di quella notte, è diventata famosa la telefonata tra l'ufficiale operativo della Guardia Costiera, Gregorio De Falco, dalla Capitaneria di Livorno, e il comandante della Concordia, Francesco Schettino, che aveva lasciato la nave ed era a bordo di una scialuppa di salvataggio, quando ancora c'erano molti passeggeri in pericolo di vita nello scafo che si stava inclinando sempre di più. Con toni durissimi, De Falco ordinò a Schettino di risalire sulla nave. Cosa che non avvenne. Il comandante della Concordia si salvò. Ma non è sfuggito alla giustizia. Infatti, è stato condannato in via definitiva e da otto mesi è in carcere, nel nuovo complesso del penitenziario di Rebibbia a Roma. Il 12 maggio scorso la Cassazione gli ha confermato 16 anni di carcere, Schettino il giorno stesso del verdetto si è costituito.
Il relitto della Concordia rimase per oltre due anni davanti al porto dell'isola del Giglio. Divenne meta di curiosi, ma deturpò il paesaggio di una delle perle dell'arcipelago toscano. Oggi, però, non esiste più: con un'operazione dall'elevato quoziente di difficoltà, durata tre anni, la nave è stata prima 'ruotata', sollevata, rimessa in asse e trasferita al porto di Genova dove il relitto, in 22 mesi, è stato demolito e i suoi materiali recuperati all'80%.
L'isola ha ritrovato il suo aspetto originario. Resta da completare il ripristino dei fondali marini della Gabbianara. L'intervento, infatti, completato al 75%, è stato interrotto nei primi giorni del dicembre scorso per un contenzioso economico tra Costa Crociere, cui spetta l'onere, e l'azienda incaricata, la ditta Micoperi. Per quanto riguarda il risarcimento danni, dovrebbe essere solo una questione di giorni per arrivare alla firma dell'accordo definitivo tra il sindaco del Giglio, Sergio Ortelli, e Costa, per un importo che si aggirerebbe sui 3 milioni di euro. Ultimi dettagli per apporre il sigillo finale, almeno dal punto di vista giudiziario, alla vicenda del naufragio della sera del 13 gennaio 2012. Ma la memoria resterà. "Per me, come per gli abitanti del Giglio il naufragio della Concordia è sempre nei nostri pensieri, in particolare i familiari delle vittime sono sempre nei nostri cuori", furono le parole del sindaco Ortelli quando seppe della condanna definitiva di Schettino.
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