L'abete arrivato dal Trentino e piantato in piazza Venezia è già secco. Gli esperti: "Partito in salute forse danneggiato durante il trasporto nella fase di slegatura". Cinquantamila euro alla ditta incaricata
Non ce l'ha fatta Spelacchio. L'albero piantato in piazza Venezia, come vuole la tradizione romana, è morto ancora prima di Natale. Già quando è stato piantato, circa due settimane fa, aveva lasciato cittadini e turisti interdetti di fronte a un imponente abete sofferente, già secco e con pochi rami. Insomma: spelacchiato. Da qui il soprannome sui social dove gli utenti si sono scatenati: dall'apprensione del Papa che in una foto di Osho chiede alla Raggi "Mica vorrai fa pure il presepe" all'hashtag #jesuisspelacchio.
Su cosa sia successo a Spelacchio c'è già un rimpallo di responsabilità. Partito "in salute" dalla Val di Fiemme e arrivato "in fin di vita" nel cuore della capitale. Per gli esperti, la colpa è di un trasporto forse maldestro. Quando ha lasciato il Trentino, assicurano ancora gli esperti, ovviamente non aveva più le radici che avrebbero impedito il trasporto ma era folto, con tutti i rami al loro posto. Ma quando è arrivato in piazza Venezia sembrava un altro albero: spoglio e malato. Certo, senza radici ormai non avrebbe avuto vita lunga, forse un mese o due, ma poteva sopravvivere alle feste solo come pianta ornamentale, come avviene ogni anno. E invece il 19 dicembre è stato dichiarato 'morto'.
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