Il 32enne sieropositivo è accusato di epidemia dolosa e lesioni gravissime
Ergastolo con due anni di isolamento diurno. È la richiesta di condanna arrivata dalla pm Elena Neri al termine della requisitoria nel processo a Valentino Talluto, il 32enne sieropositivo accusato di epidemia dolosa e lesioni gravissime, per aver contagiato in dieci anni decine di partner con rapporti non protetti. "Non possono essere concesse le attenuanti generiche non avendo Talluto mai dimostrato pentimento. Non ha mai collaborato, non si è mai pentito e ha reso dichiarazioni false – dice la pm – il suo era solo un modo per seminare morte".
L'imputato assiste alla requisitoria, seduto nell'aula bunker di Rebibbia. Nelle udienze passate si è difeso dicendo che su di lui sono state dette tante falsità, "ma io non sono una cattiva persona", afferma. "Talluto si è sempre chiuso dietro silenzi e bugie", agendo con "malvagità", sostiene invece l'accusa, "ha approfittato del fatto che queste ragazze si fossero innamorate di lui, si fidavano e si sentivano rassicurate. Per tante di loro era la prima esperienza sessuale e a tutte Talluto chiedeva di avere rapporti non protetti pur sapendo di essere sieropositivo".
Gli vengono attribuiti 57 episodi legati ad altrettante persone: si fa riferimento a una trentina di donne che l'uomo avrebbe infettato con rapporti sessuali non protetti, tre uomini infettati da donne diventate sieropositive a causa del sesso con lui, un bambino nato da una sua ex partner oggi sieropositiva. A questi, si aggiungono una ventina di donne scampate all'infezione pur avendo avuto rapporti non protetti con l'uomo.
"La condotta di vita di Talluto era improntata alla ossessiva spasmodica e patologica ricerca di intrattenere rapporti sessuali promiscui con chiunque – dice la pm – frequentava locali per scambisti con tale assiduità da essere amico della barista, pur nella consapevolezza della malattia. La certezza documentale del momento in cui ha saputo di essere sieropositivo porta la data del 27 luglio del 2006". "La sua attività criminosa si ferma solo quando viene arrestato, il 24 novembre del 2015 – prosegue – il giorno prima aveva avuto rapporti non protetti con una delle tante donne conosciute in chat, nonostante sapesse da mesi di essere oggetto di indagine e fosse stato interrogato, nell'aprile 2015, dagli inquirenti". Alle sue vittime "diceva di essere donatore di sangue e quindi di non avere problemi di salute, si aver fatto da poco ogni genere di analisi per un piccolo intervento – prosegue l'accusa – e sosteneva di essere allergico al lattice per evitare l'uso del preservativo".
Dalle indagini emerge "un panorama sconcertante, con Talluto che è arrivato persino a falsificare un test dell'Aids per negare alla partner di essere sieropositivo". "C'è la firma sopra questi contagi – sostiene la pm- Tante delle persone che sono state contattate nel corso delle indagini, ci sono state segnalate dall'ospedale Spallanzani perché contagiate dal genotipo di virus dal quale è infetto Talluto. Le abbiamo contattate una per una e puntualmente abbiamo scoperto che avevano avuto rapporti con Talluto dopo il 2006, e ne è uscito un panorama sconcertante". Una parte delle vittime si è presentata spontaneamente agli inquirenti e ad altre persone contagiate si è arrivati grazie ai tabulati telefonici. "Noi non abbiamo trovato tutti i soggetti contagiati da Talluto – conclude la pm – perché lui non ci ha mai aiutato, non ci ha detto i cognomi dei nomi memorizzati sul suo cellulare e si è sempre chiuso dietro silenzio e bugie. Per questo non sapremo mai l'esatto numero delle persone che ha contagiato".
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