Con l'aumento degli over 60, in Italia la sanità potrebbe arrivare a un sesto della spesa totale
Puntare su nuovi sistemi di gestione della sanità con prestazioni mediche a base di bit e telemedicina. Grazie al digitale, le prospettive di sviluppo sono enormi, in grado di sostituire il paradigma dell'assistenza tradizionale in un modello addirittura predittivo e preventivo, consentendo ai servizi sanitari nazionali di operare in modo più efficiente e risparmiare grandi risorse. È quanto emerso dal convegno Sanità elettronica e processi digitali nel settore della salute, che si è tenuto a Roma nella Sala della Lupa della Camera dei deputati.
L'incontro, moderato dalla giornalista della Rai Maria Antonietta Spadorcia e organizzato dall'associazione Italian Digital Revolution con il patrocinio dell'Agenzia per l'Italia digitale, dell'Agenzia nazionale per i giovani, di Formez PA, della Regione Lazio e della fondazione "I Sud del mondo", ha messo in risalto uno scenario nuovo, a partire dalla cartella clinica digitale, strumento indispensabile per modernizzare l'intero sistema e puntare sulle nuove frontiere offerte dal maggiore utilizzo delle tecnologie. "La sanità italiana è a un bivio – ha affermato Mauro Nicastri dell'Agenzia per l'Italia digitale e presidente dell'Aidr -. Appare ormai chiaro come l'innovazione digitale sia essenziale per andare verso una sanità sostenibile, ma occorre accelerare e rimuovere barriere e inerzie all'innovazione cominciando dal valorizzare al meglio le iniziative di successo già presenti sul territorio italiano ed europeo". È fondamentale investire nella cultura digitale di cittadini e operatori, ha spiegato Nicastro, coinvolgendoli anche nella progettazione dei nuovi servizi. In sintesi, "è urgente agire affinché il Servizio sanitario nazionale e i sistemi sanitari regionali, che vanno resi sempre più digitali, possano mettersi in marcia speditamente per rispondere alle esigenze di utenti, medici e operatori".
I numeri infatti parlano chiaro: tra poco più di trent'anni in Europa gli over 60 saranno il 35% della popolazione. E in Italia la sanità potrebbe arrivare a un sesto della spesa totale. Anche per questa ragione si rende indispensabile la cura digitale. Eliminare burocrazia e buona parte della carta a vantaggio di cartelle e ricette elettroniche, porterebbe un risparmio notevole pari, secondo cifre ufficiali, a una diminuzione del 10-15 per cento della spesa sanitaria, pari a 20 miliardi, ovvero un punto del nostro Pil. "Una terapia – ha spiegato Andrea Bisciglia, cardiologo e responsabile dell'osservatorio sanità digitale dell'Aidr – finalizzata soprattutto a migliorare i processi e il flusso delle informazioni fra i diversi attori del sistema (pazienti, medici, farmacisti, terapeuti, ospedali, laboratori e casse malati), ad aumentare la sicurezza, la qualità, l'efficacia delle prestazioni e, non da ultimo, a contenere i costi della sanità". Tutto questo, però, presuppone la rimozione di ostacoli che portino all'avvento di strumenti come il fascicolo sanitario elettronico (FSE), la telemedicina con il superamento del problema dell'accesso alla banda larga e della connettività, la prescrizione elettronica di medicinali e di prestazioni sanitarie. L'Italia fino ad ora ha dimostrato di non essere pienamente pronta alla storica svolta. Nel 2016 solo l'1,1% della spesa sanitaria è stato destinato alla digitalizzazione: 1,27 miliardi, con un calo del 5% rispetto all'anno precedente (1,34 miliardi). Di contro, sempre nel 2016, l'investimento di 65 milioni sulla cartella elettronica.
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