Il Capo dello Stato ad Assisi per il ventennale del sisma del 1997 che causò 11 vittime

"Serve un patto nazionale che superi le contrapposizioni e i contrasti politici per una azione di prevenzione che metta in salvaguardia il Paese". Sergio Mattarella partecipa alle celebrazioni del ventennale del sisma che colpi Marche e Umbria nel 1997 e lo fa ad Assisi, la città simbolo della distruzione di quel 26 settembre, quando sotto un cumulo di polvere, crollò la volta affrescata da Giotto e Cimabue della Basilica superiore di San Francesco.

Il capo dello Stato loda i volontari della Protezione civile, i cittadini e le istituzioni, tutti riuniti nel teatro Lyrick, ricorda le vittime, ma manda un messaggio chiaro: la ricostruzione deve procedere con celerità, ma deve avere come obiettivo la prevenzione "che ridurrebbe rischi e pericoli e consentirebbe di incanalare nella normalità,quella solidarietà che emerge in occasioni drammatiche". E per fare questo, incalza Mattarella, è necessaria "la partecipazione e le energie di tutto il Paese".

Furono 11 i morti, oltre 20 mila gli sfollati, 76 i comuni colpiti il 26 settembre del 1997. Oltre mille gli eventi sismici registrati dalla prima scossa quella delle 2 di notte di magnitudo 5.8. L'Italia si sveglia con la paura di rivivere la distruzione dell'Irpinia del 1980. Poi un altro evento sismico, ancora più violento, quello delle 12 di 6.1, con la morte di 8 persone, di cui 4 dentro la Basilica superiore di San Francesco. Le immagini del crollo della volta, patrimonio artistico di valore inestimabile, diventano il simbolo di una Italia ferita, di due regioni che rivivranno la stessa paura il 24 agosto e il 30 ottobre del 2016.

"Il terremoto urla, sbriciola, spezza e spaventa – dice la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini – ma noi umbri sappiamo reagire. Lo abbiamo fatto nel 1997 e lo facciamo oggi". Ad Assisi, rileva la sindaca, Stefania Proietti, "è stata scritta una delle più belle pagine di solidarietà" proveniente da tutta Italia, e oggi " Assisi è tornata al suo splendore in tempo record e la nostra città vanta di essere uno dei complessi monumentali più sicuri al mondo". L'Umbria ricorda quindi guardando avanti con l'obiettivo di "costruire dov'era, ma non com'era" concetto che il capo dello Stato oggi ha sposato con forza

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