Lo sostiene la Federconsumatori. Per i commercianti, invece, non se ne spenderanno più di 300. L'istruzione, comunque incide sui bilanci famigliari

Col nuovo anno scolastico ormai alle porte, si torna a fare i conti in tasca agli studenti, o a chi dovrà aprire il portafoglio per sostenere i costi della loro istruzione. Le prime a lanciare l'allarme, all'inizio di agosto, erano state le associazioni dei consumatori.

Il Codacons ha annunciato già da qualche settimana una "stangata", segnalando un incremento medio del 2,5% per penne, diari, quaderni, zaini e astucci, con punte del +3,9% per gli zainetti griffati. Non troppo dissimili le stime proposte da Federconsumatori, che prevede un aumento complessivo della spesa pari allo 0,7% rispetto all'anno scorso, sintesi di una crescita che riguarderà soprattutto diari e zaini, ma anche di un calo del 7,2% nel prezzo dei libri.

Secondo la stessa Federconsumatori, si va ad ogni modo verso cifre "proibitive", con una spesa media di 522 euro per il corredo scolastico, con punte di oltre i 1.200 euro per i ragazzi al primo anno di liceo. A gettare acqua sul fuoco, oggi, sono invece le associazioni dei commercianti, che segnalano appunto la maggiore convenienza dei libri di testo rispetto al recente passato, ma anche la possibilità per gli studenti di usufruire di incentivi come il "bonus cultura" da 500 euro riservato ai 18enni.

Secondo uno studio realizzato da Sil, il sindacato dei librai di Confesercenti, che ha analizzato i testi obbligatori adottati da 52 istituti in 39 città italiane, la spesa media per i volumi sarà di circa 300 euro: si va dai 206 degli istituti tecnici nautici ai 307 del liceo classico, ai quali vanno sommati dai 13 ai 38 euro se si aggiungono i tomi consigliati.

Anche Ali invita alla calma: l'associazione dei librai aderente a Confcommercio indica in 315 euro la spesa per i libri di testo alle scuole medie, in 373 quella per il biennio delle superiori e in 415 quella per il triennio successivo, compresi i dizionari e i libri suggeriti ma non obbligatori.

Le notizie peggiori, a conti fatti, sembrano allora essere quelle che riguardano una categoria precisa di studenti: gli universitari fuori sede. Per loro, infatti, si prospetta il terzo anno consecutivo di rincaro degli affitti. A rilevarlo è l'Ufficio studi di Immobiliare.it, che quantifica in un 9% l'aumento dei costi sul triennio. Abbastanza da portare la media nelle 14 città più frequentate dai laureandi in trasferta a 416 euro al mese per una singola e a 302 euro al mese per un posto in doppia. Una dinamica, spiega l'amministratore delegato Carlo Giordano, che è però dovuta soprattutto a chi universitario non è. "L'home sharing ha guadagnato popolarità anche fra i lavoratori, non solo come forma di risparmio ma come nuovo stile di vita giovane e alla moda", evidenzia il manager, "ne è conseguito un aumento dei prezzi delle locazioni, a cui, riducendo la quota di sommerso, hanno contribuito anche misure come il canone concordato e la cedolare secca".

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