Il centro della visita sarà la canonizzazione di due dei tre pastorelli

 Papa Francesco ha attraversto la folla, tra centinaia di migliaia di fedeli da tutte le parti del mondo, per raggiungere la cappellina delle apparizioni a Fatima, a bordo della papamobile, prima di raccogliersi in preghiera. Stasera la veglia notturna, ma l'attesa è per domani per la canonizzazione di due dei tre pastorelli che il 13 maggio del 1917 ebbero l'apparizione della Vergine per la prima volta.
 

"Imploro per il mondo la concordia fra tutti i popoli". Così Francesco in una preghiera recitata nella cappellina delle apparizioni a Fatima. "Andremo pellegrini lungo tutte le vie – ha detto – abbatteremo tutti i muri e supereremo ogni frontiera, uscendo verso tutte le periferie". "Saremo, nella gioia del Vangelo, la Chiesa vestita di bianco, del candore lavato nel sangue dell'Agnello versato anche oggi nelle guerre che distruggono il mondo in cui viviamo".
 

IL VIAGGIO. "Come un pellegrino". Con questo spirito il Papa si prepara ad affrontare oggi e domani la sua visita a Fatima, in Portogallo, per i cento anni dalle apparizioni mariane. "E' nella funzione di pastore universale – afferma in un videomessaggio inviato al popolo portoghese – che vorrei comparire davanti alla Madonna, offrendole l'omaggio dei più bei 'fiori' che Gesù ha affidato alle mie cure, ossia i fratelli e le sorelle di tutto il mondo, senza escludere nessuno". Il centro della visita sarà la canonizzazione, domani, di due dei tre pastorelli, i fratelli Francesco e Giacinta Marto, testimoni con Lucia dos Santos delle apparizioni.

IL SEGRETO DIVISO IN TRE PARTI. I bambini raccontarono di aver visto una "signora vestita di bianco", apparsa per la prima volta il 13 maggio 1917 e poi per sei volte, sempre nel giorno 13, rivelando un segreto diviso in tre parti. La prima riguardava un grande mare di fuoco, demoni e anime fluttuanti: riguardava la visione dell'inferno. Suor Lucia disse di riconoscere il "grande segno" nella straordinaria aurora boreale che illuminò il cielo nella notte fra il 25 e il 26 gennaio del 1938. La seconda riguardava "Una guerra atea, contro la fede, contro Dio, contro il popolo di Dio. Una guerra che voleva sterminare il giudaismo". Suor Lucia lo collegò alla seconda guerra mondiale. La terza parte del segreto fu scritto separatamente da suor Lucia, in una lettera consegnata nel 1944 al vescovo di Leiria che sarebbe dovuto essere aperta e svelata nel 1960. Riguardava un vescovo vestito di bianco "ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce". Era proprio il 13 maggio 1981 quando un killer turco tentò di uccidere Giovanni Paolo II in piazza San Pietro. E' per questo che Wojtyla credette di riconoscersi nel Papa ucciso, rivelando la terza parte al mondo nel corso del suo viaggio a Fatima nel Giubileo del 2000. Il proiettile estratto dal suo corpo fu poi incastonato ai piedi della statua della Vergine a Fatima. Secondo l'allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Joseph Ratzinger, il terzo segreto si sarebbe riferito alla Penitenza e al sacrificio dei martiri della Chiesa.

PAROLIN: MESSAGGIO CONTROCORRENTE. La Vergine del Magnificat, la Signora del Rosario – fa notare il segretario di Stato Parolin intervistato dalla Radio Vaticana -, "non è apparsa ai ricchi, non è apparsa ai potenti, non è apparsa alle persone influenti ma è apparsa a dei bambini, potremmo in un certo senso considerarli un po' gli ultimi della società, per usare la terminologia del Papa quasi gli 'scarti' della società: ha voluto proprio privilegiare queste persone, questa categoria di persona". E ha dato ai pastori un "messaggio controcorrente": in tempi di guerra e di odio (era il 1917) "la Madonna parla di amore e perdono. Un capovolgimento totale dei valori".

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