Indagine nasce ad aprile 2015 da denuncia direttrice di banca
Erano riusciti a intascare oltre 4 milioni l'anno con assegni circolari contraffatti. In manette 7 italiani, dai 35 ai 47 anni, tutti residenti in Campania. Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, possesso e fabbricazione di documenti falsi, uso di atti falsi e falsità materiali. L'indagine della polizia di Stato, coordinata dalla procura di Torino, nasce ad aprile 2015 dalla denuncia della direttrice di una filiale bancaria del capoluogo piemontese per un assegno circolare incassato fraudolentemente. La banda di truffatori e falsari si muoveva dalla Campania per raggiungere città in tutta Italia con l'obiettivo di incassare fraudolentemente assegni circolari per un giro di oltre un milione di euro a trimestre.
Il modus operandi era sempre lo stesso: si iniziava con intascare una mazzetta di assegni tramite la complicità di un 'basista'. L'uomo, dipendente di Poste italiane e in servizio al Centro meccanizzato postale di Napoli, è accusato anche di peculato continuato. Era lui a entrare in possesso di assicurate e raccomandate contenenti gli assegni, e a consegnarli alla vera 'mente' del gruppo. Quest'ultimo aveva il compito di produrre documenti falsi e assegnarli ai vari membri della banda, 'gli scambisti', che poi si recavano in varie filiali bancarie sparse in tutta Italia e, sempre con lo stesso meccanismo di apertura contemporanea di due conti a loro intestati, incassavano gli assegni.
All'operazione ha collaborato anche la polizia postale, la squadra mobile di Caserta e il commissariato di Aversa. Nel corso della collaborazione sono stati trovati un centinaio di assegni, tutti emessi da società assicuratrici per casi di incidenti stradali, carte d'identità in bianco contraffatte, diverse migliaia di euro in contanti, timbri di uffici pubblici utilizzati per le contraffazioni, carte di credito e postepay, dispositivi token bancari, fotografie di nuovi complici da inserire nei documenti falsi, buste paga e sim telefoniche da fornire alle banche all'atto dell'apertura dei nuovi conti corrente. Diverse le città interessate: Genova, Pisa, Livorno, Cuneo Novara, Firenze, Como oltre a Torino. Gli investigatori sospettano che l'attività possa essere ancora più vasta.
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