La donna: Era un sogno poter vedere il Papa così da vicino e poter raccontare la mia storia a una persona santa come lui

"E' stato un dono enorme vedere il Papa con i miei occhi: sinceramente non riuscivo nemmeno a crederci. E' stato veramente un brivido, una cosa stupenda. Per me era soltanto un sogno poter vedere il Papa così da vicino e poter raccontare la mia storia a una persona santa come lui. Ho avuto una grande emozione, ho pianto sempre, perché non riuscivo a credere a quello che vedevo e a quello che sentivo. Ho avuto la grande grazia di potergli raccontare la mia storia e ho percepito da parte sua la massima comprensione: ho capito che lui la storia l'ha ascoltata con il cuore; si vedeva proprio nel suo sguardo che lui ne faceva tesoro nel suo cuore". A parlare, ai microfoni di Radio Vaticana, è una delle ex prostitute della 'Comunità Papa Giovanni XXIII' cui ieri ha fatto visita il Papa.

"Sono arrivata a Roma con l'inganno – racconta -: mi avevano promesso un lavoro, mi avevano proposto di lavorare all'estero dicendo che avrei fatto l'assistente in una famiglia, tipo badante; e invece si è rivelata tutta un'altra cosa. Mi hanno portata in una città, per due settimane mi hanno tenuta chiusa in un appartamento, drogandomi, legandomi, facendo – gli uomini – con il mio corpo tutto quello che volevano; mi hanno legata, mi hanno detto quello che realmente sarei andata a fare: avrei fatto la prostituta, non l'assistente in una famiglia. Ho cercato di liberarmi, ho gridato cercando aiuto, ma purtroppo nessuno mi ha risposto. Dopo due settimane mi hanno gettata in un portabagagli, legata e imbavagliata, e mi hanno portata sulla frontiera con l'Italia. La stessa sera mi hanno gettata sulla strada dicendomi che avrei dovuto fare "quello". E così è durata per oltre un anno; ricevevo le botte non soltanto dei "magnaccia" ma anche le violenze dei clienti: venivano dei clienti ed io ero lì, ero una macchinetta per lo sfogo dei loro bisogni e delle loro fantasie, delle loro orribilità, della sporcizia".
 

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