I dati di Goletta Verde rivelano che il 52% dei punti visitati è inquinato

Un punto inquinato ogni 54 km di costa, e ancora una volta è sotto accusa la mancata depurazione. Lo rende un comunicato di Legambiente. Il laboratorio mobile di Goletta Verde di Legambiente ha visitato 265 punti monitorati, uno ogni 28 km di costa. Di questi punti, il 52% è risultato inquinato o fortemente inquinato. L'88% di queste criticità è in corrispondenza di foci di fiumi, fossi, canali o scarichi presenti lungo la costa. Più della metà di questi sono in prossimità di spiagge e stabilimenti e quindi frequentati da bagnanti.

I risultati conclusivi di Goletta Verde 2016, la storica campagna estiva di Legambiente, realizzata grazie al sostegno del Consorzio obbligatorio degli oli usati (COOU) e dei partner tecnici NAU e Novamont, sono stati presentati oggi a Roma da Serena Carpentieri e Giorgio Zampetti, rispettivamente responsabile Campagne e responsabile Scientifico di Legambiente e da Andrea Di Stefano di Novamont, che hanno illustrato il quadro emerso dalla campagna di monitoraggio scientifico, durante i due mesi di viaggio di Goletta Verde, partita dalla Liguria e conclusasi in Friuli Venezia Giulia.

I punti di prelievo sono stati selezionati grazie al lavoro dei circoli di Legambiente e alle segnalazioni dei cittadini giunte attraverso il servizio SOS Goletta. Il monitoraggio di Goletta Verde ha l'obiettivo di rilevare e denunciare la presenza di scarichi non depurati, che continuano a riversarsi in mare e non vuole sostituirsi a quello delle autorità preposte ai controlli sulla balneazione. Proprio per questo, i prelievi sono concentrati nei punti critici: foci di piccoli e grandi corsi d'acqua, di fossi, canali e scarichi, che costituiscono i principali veicoli dell'inquinamento da batteri fecali in mare, dove sussiste il "maggior rischio" di contaminazione.

I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e vengono considerati come "inquinati" i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto del ministero della Salute del 30 marzo 2010) e "fortemente inquinati" quelli che superano di più del doppio tali valori.
 

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