Il 21enne era morto dopo che Antonio Ciontoli, il padre della fidanzata, gli aveva accidentalmente sparato

Si è aperto stamane nell'aula prima della Corte d'Assise di Roma, il processo per la morte di Marco Vannini, il 21enne morto a Ladispoli nel maggio dello scorso anno dopo che Antonio Ciontoli, il padre della fidanzata, gli aveva accidentalmente sparato. Per la vicenda l'intera famiglia Ciontoli risponde di omicidio volontario in concorso: oltre ad Antonio sono imputati la moglie, Maria, e i figli Martina (fidanzata della vittima) e Federico. Imputata per omissione di soccorso Viola Giorgini, fidanzata di Federico.

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L'udienza si è aperta con la lettura del capo di imputazione e l'acquisizione delle consulenze medico-legali e balistiche. La madre e il padre di Vannini, presenti in aula, hanno ascoltato in silenzio, con gli occhi lucidi, le accuse contro gli imputati nel processo per l'omicidio del figlio. Secondo quanto accertato Vannini è morto quattro ore dopo esser stato colpito dal proiettile sparato da Antonio Ciontoli, militare di carriera, nella villetta dove la famiglia Ciontoli viveva, a Ladispoli. Per il pm della procura di Civitavecchia Alessandra D'Amore, tutti gli imputati "in concorso tra loro hanno ritardato i soccorsi fornendo informazioni scarse e contrastanti" sull'incidente e le condizioni del giovane, provocandone la morte.

La vittima infatti è arrivata in ospedale un'ora e mezzo dopo essere stata colpita alla spalla destra da un proiettile che ha ferito polmone e cuore, quando le sue condizioni erano ormai disperate. Ciontoli, dopo aver sparato al giovane con la pistola che teneva nella scarpiera di casa, ha chiamato i soccorsi due volte, ma non ha detto che il ragazzo era stato colpito da un'arma da fuoco: inoltre nella prima telefonata, arrivata al 118 mezz'ora dopo l'incidente, dopo aver parlato qualche minuto al telefono l'uomo ha attaccato, mentre nella seconda telefonata e' stato detto che il ragazzo si era ferito con un pettine dopo una lite. Secondo l'accusa tutti gli imputati, presenti nella villetta in quelle ore drammatiche hanno contribuito alla morte del giovane.

Il presidente della Corte, Anna Argento, ha aggiornato il processo al 18 luglio.

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