De Cristofaro si rese autore 28 anni fa dell’omicidio di Annarita Curina, 34enne skipper pesarese
La polizia di Stato di Ancona ha arrestato il latitante Filippo Antonio De Cristofaro condannato nel 1988, in via definitiva, alla pena dell’ergastolo per omicidio e occultamento di cadavere. De Cristofaro si rese autore, il 10 giugno del 1988, dell’omicidio di Annarita Curina, 34enne skipper pesarese, per appropriarsi del suo catamarano. La cattura, avvenuta in Portogallo, è stata possibile grazie alla cooperazione tra i poliziotti della Squadra Mobile di Ancona, quelli dello S.C.O. della Polizia di Stato, i nuclei speciali della Polizia portoghese ed il coordinamento di Eurojust.
Il 10 giugno del 1988 De Cristofaro stordì la sua vittima col valium, poi l'accoltelllò e la finì con tre colpi di machete. Poi, con l'aiuto della sua giovane amante – l'olandese Dyana Beier, all'epoca 17enne -, buttò il corpo della giovane pesarese in acqua al largo della costa di Senigallia (Ancona). La coppia fuggì verso le coste del Nord Africa e il 21 luglio 1988, nel porticciolo della cittadina tunisina di Ghar El Melh. fu localizzata e arrestata dalla squadra mobile anconetana.
La ragazza olandese venne condannata a 6 anni e 6 mesi di reclusione, mentre De Cristofaro all'ergastolo. Il 6 luglio del 2007, durante un permesso premio, evase dal Carcere di Opera (Milano) ma venne catturato il mese successivo ad Utrecht, in Olanda. Il 5 novembre dello stesso anno venne estradato da Amsterdam e portato prima al carcere romano di Rebibbia e, in seguito, a quello di Porto Azzurro, sull'Isola d'Elba. Da qui evase una seconda volta, il 21 aprile 2014, durante un permesso premio di tre giorni nel periodo pasquale. Le indagini sono state riavviate dalla sezione catturandi della squadra mobile dorica, prima con la Procura Generale presso la Corte d'Appello di Ancona e successivamente con la Procura della Repubblica di Milano.
Durante le indagini, durate due anni e supportate anche da intercettazioni telefoniche con tracciamento internazionale, l'omicida era stato cercato anche in Ucraina, in Albania, in Francia e in Olanda, dove vive anche la figlia, Caroline, nota giornalista. Il cerchio si è poi stretto in Portogallo: De Cristofaro si era rifugiato a Sintra, piccolo villaggio a 30 chilometri dalla capitale, dove è stato catturato appena salito su un treno diretto a Lisbona. Il latitante al momento dell'arresto aveva un passaporto, una carta di identità e una patente nautica italiane contraffatte e intestate ad un nome di fantasia, Bertone Andrea, nonché 5.900 euro in contanti.
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