Il ministro Gentiloni: "Non scateneremo guerre mondiali. Prese misure immediate e proporzionate"
E' rientrato in Italia l'ambasciatore in Egitto, Maurizio Massari, dopo essere stato richiamato dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni per consultazioni, dopo i recenti sviluppi del caso Regeni. Martedì dovrebbe incontrare il ministro.
GENTILONI: NO GUERRE MONDIALI, MISURE PROPORZIONATE. "Non si tratta di scatenare guerre mondiali con l'Egitto, ma si tratta di assicurare rispetto all'Italia e alla nostra dignità". Intanto risponde così, alle telecamere di Rainwes24, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni da Hiroshima, dove si trova per il g7 dei ministri degli Esteri.
"Avevo detto che ci aspettavamo dall'incontro tra procure molte informazioni – ha aggiunto -. Avevo chiesto in Parlamento un cambio di passo, ma questa collaborazione chiesta non ha dato i frutti che ci attendevamo. Abbiamo fatto una cosa che avevamo preannunciato: Prenderemo delle misure immediate e proporzionate. Nei prossimi giorni valuteremo le misure da prendere. Ho sentito parlare da parte del Governo egiziano di politicizzazione della vicenda: abbiamo solo fatto quello che avevamo già annunciato in Parlamento. Non c'è da parte nostra una rinuncia a chiedere la verità".
EGITTO RESPINGE RICHIESTA TABULATI. Ieri l'Egitto ha respinto la richiesta dell'Italia di consegnare i tabulati telefonici di cittadini egiziani nell'ambito del caso dell'omicidio del ricercatore italiano Giulio Regeni. Ad annunciarlo in conferenza stampa il procuratore egiziano. "La parte egiziana non ha respinto la richiesta per ostinazione o perché vuole nascondere, ma in conformità con la Costituzione e la legge egiziane", ha aggiunto Mostafa Suleiman, spiegando che la richiesta italiana implicherebbe la consegna dei dati su un milione di telefonate ed è illegale rivelarli a una parte straniera.
La consegna dei tabulati telefonici richiesta dall'Italia "va contro la Costituzione e la legge ed è un reato per chiunque la faccia e noi abbiamo detto che la procura sta facendo questo da sé (cioè di verificare i tabulati telefonici ndr.) e consegnerà i risultati", ha proseguito il procuratore Mustafa Suleiman.
Qualche ora fa, i pm romani si erano detti pronti a formalizzare di nuovo tutte le richieste già fatte riguardo la documentazione delle indagini egiziane sulla morte di Giulio Regeni. I magistrati di piazzale Clodio attraverso rogatoria internazionale e con il sussidio degli investigatori di Sco e Ros, oltre all'Interpol, che seguono la vicenda dall'inizio, avevano deciso infatti di formalizzare una serie di richieste dopo la due giorni di incontri con i colleghi egiziani che si è chiusa ieri con un sostanziale fallimento.
Da settimane gli inquirenti italiani chiedono i dati relativi alle celle telefoniche e i video delle telecamere di sorveglianza di metropolitane e negozi del quartiere nel quale Giulio viveva ed è sparito il 25 gennaio scorso. Nulla di tutto ciò è mai arrivato a Roma. Inoltre i documenti inviati fino a ieri dal Cairo contengono informazioni sommarie e carenti anche sui verbali delle testimonianze raccolte dagli egiziani.
Maggiori informazioni verranno chieste dai pm anche in merito alla notizia circolata nelle settimane passate sulla banda di criminali, tutti morti in uno scontro a fuoco, che avrebbe avuto un ruolo nella morte del ricercatore friulano.
Sebbene la notizia sia considerata totalmente inverosimile dagli inquirenti italiani, a Roma si vuole capire come siano finiti nelle mani della presunta banda gli effetti personali di Giulio, e cioe' il passaporto, due tessere universitarie e la carta di credito, oggetti che gli egiziani non hanno neppure ritenuto doveroso consegnare agli italiani durante il vertice che si è tenuto alla Scuola superiore di polizia di Roma. La titolarità delle indagini rimane egiziana e tutto ciò che può fare la procura di Roma è continuare, nonostante l'atteggiamento tutt'altro che collaborativo dei cairoti, a sollecitarli con richieste in merito.
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