Stati generali del turismo a Pietrarsa, intervista alla presidente dell'Agenzia nazionale del turismo
"L'Italia all'ottavo posto per contributo del turismo al Pil nella classifica del Wttc, World Travel and Tourism Council? Non ci scandalizza. Non siamo la prima economia del mondo". A dirlo a LaPresse, a poche ore dall'inizio oggi degli Stati generali del turismo a Pietrarsa, sono Evelina Christillin e Fabio Lazzerini, rispettivamente presidente e consigliere delegato di Enit (Agenzia nazionale del turismo), che da ottobre hanno preso in mano l'agenzia nazionale del turismo per rilanciarla. Una strada impervia solcata di trattative sindacali e impasse burocratiche. I nuovi vertici di Enit con a capo Christillin, che alla guida del comitato promotore Torino 2006 portò il capoluogo piemontese ad aggiudicarsi l'organizzazione delle Olimpiadi invernali del 2006, puntano oggi a rendere la agenzia nazionale del turismo rinnovata nell'organico, snella e competitiva sui mercati che contano turisticamente. Una missione difficile, in cui il processo di trasformazione in ente pubblico economico ha visto tutto il personale che non ha accettato il nuovo contratto privato optando per restare nel pubblico. Dall'8 ottobre l'Enit ha iniziato a riconfigurare la struttura, non ancora del tutto definita, rivedendo anche il programma delle fiere. Nella squadra della presidente Christillin da ieri c'è operativo anche Gianni Bastianelli nominato direttore esecutivo di Enit, il cui ruolo principale è promuovere turisticamente l'Italia all'estero.
I dati del Wttc, World Travel and Tourism Council, rispetto al 2014, ci vedono scendere di un altro gradino, da settimi a ottavi, nel mondo per contributo del turismo al Pil (76,3 miliardi a grande distanza da Stati Uniti (488 miliardi) e Cina (224), dietro Germania (130), e Paesi come Giappone, Regno Unito, Francia e Messico. Nel 1970 per numero di visitatori eravamo i primi. Cosa si può fare per risalire questa classifica?
Essere all'ottavo posto in questa classifica non scandalizza. Non siamo la prima economia del mondo. L'Italia non è la Cina: quando si parla di Pil prodotto dal turismo bisogna tenere presente che in Italia siamo 60 milioni di abitanti e che in Cina ci sono un miliardo e mezzo di persone: se il 10% comincia già solo a fare turismo interno al Paese, la Cina diventa campione di fatturato, non attraendo visitatori dall'estero, ma perché 150 milioni di cittadini cinesi fanno vacanze internamente. Così come non si possono paragonare gli Uffizi a Firenze al Louvre. Nel museo di Parigi possono entrare molte più persone, 10 volte di più che agli Uffizi. Il Louvre è il primo museo al mondo con 7 milioni di visitatori e gli Uffizi, quello più visitato in Italia, sono al ventiseiesimo posto al mondo.
La permanenza media del turista in Italia è passata da 4,1 giorni del 2001 a 3,6 giorni del 2015 ed è diminuita la spesa pro capite di ogni visitatore, in 15 anni, da 1035 a 676 euro. Cosa vuol dire questo?
Appunto, il dato su cui bisogna lavorare è proprio la permanenza. Passare da 4,1 a 3,6 sono due miliardi e mezzo di euro all'anno in meno. E poi un'altra cosa su cui bisogna interrogarsi è che la gente non torna. Dobbiamo farli rimanere di più e soprattutto farli tornare. Il calo della presenza media comunque è una costante di tutti i Paesi al mondo, si viaggia più volte l'anno, ma per meno tempo. Se restano meno quindi è anche perché è cambiato il modo di viaggiare.
Ma perché i turisti non tornano quanto sarebbe auspicabile in Italia una volta che l'hanno visitata?
L'Italia piace ed è bella, ma poi dipende da ciò che uno trova e dalla percezione che se ne ha. Dipende dalla vivacità della località che devono sapersi rinnovare e la gente torna. Parigi si rinnova più velocemente e Berlino lo fa continuamente, dovremmo farlo di più anche noi nelle nostre città.
L'industria turistica, secondo i dati Wttc, impiega un addetto ogni 11 nel mondo e conta 284 milioni di lavoratori. E in Italia sono 1,1 milioni gli addetti al turismo diretto con la Germania che ne avrebbe 3 milioni circa. Perché questa differenza?
In Italia gran parte dei lavoratori turistici sono stagionali e in certe rilevazioni sfuggono. Servono quindi dati che fotografano in modo più certo, più aggiornabili e confrontabili. L'Enit, con l'osservatorio nazionale del turismo, fra le cose che dovrà fare ha proprio questa, raccogliere e interpretare i dati, dati più certi di quelli di oggi. Quando parliamo di presenze poi ricordiamo sempre che l'Italia è un albergo diffuso, ci sono gli alberghi che registrano gli ospiti ma anche bed and breakfast, case affittate, pezzi di turismo non tracciato.
Come va il turismo internazionale in generale e in Italia?
Il turismo internazionale continua a godere di buona salute e segna una robusta crescita per il sesto anno consecutivo. Il 2015 è stato un altro anno favorevole: per i dati dell'Organizzazione mondiale del Turismo gli arrivi internazionali sono stati 1,184 miliardi con un incrememto del 4,4%, 50 milioni in più del 2014. Anche per l'Italia il 2015 si è chiuso positivamente per i flussi turistici stranieri e per la relativa spesa nel nostro Paese. Secondo i dati Istat nel periodo gennaio-novembre 2015 gli arrivi sono in aumento del 3,3% e le presenze del 2,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.Sul fronte degli introiti 2015 la Banca d'Italia indica un buon andamento: la spesa dei viaggiatori stranieri nel nostro Paese è stata di 35.765 milioni di euro con un incremento del 4,5%. Circa l'80% dei visitatori nel nostro Paese sono europei, i primi sono i tedeschi e i mercati incoming con la maggior crescita sono stati Germania, Regno Unito, Francia, Usa, Australia. Le previsioni per i prossimi mesi per la destinazione Italia sono ottimistiche con trend in crescita nei mercati da noi indagati. Ci siamo mossi per intercettare il flusso importantissimo di turisti russi, soprattutto legati al balneare, che non andranno in vacanza nelle destinazioni non più fruibili per i timori legati alle loro condizioni socio-politiche, Egitto, Turchia e Tunisia. Ci sono 7 milioni di Russi che potrebbero vedere proprio nell'Italia una meta papabile.
Quali sono i prossimi mercati turistici da conquistare?
Dobbiamo andare verso Est, in Cina, India, nei Paesi del Golfo, in Corea. La capacità di spesa dell'europeo è mediamente più bassa. Per aumentare il livello del turismo, non necessariamente bisogna fare leva semplicemente sui numeri, ma serve aumentare il fatturato e cambiare il mix dei turisti.
La vostra presenza all'estero come cambia?
Una delle aree d'intervento è quella della mappatura delle delegazioni Enit all'estero, tutta da rivedere, in quanto era stata disegnata per i mercati turistici di vent'anni fa, oltre all'esigenza di assicurare presidi e osservatori permanenti sui mercati che contano come ad esempio l'India e tutta la macro regione orientale La gestione commissariale ha fatto rientrare i dirigenti dall'estero con un ridimensionamento che abbassa i costi Avevamo 8 dirigenti e ne avremo solo 5 , ma questo non vuol dire rinuciare a lavorare fuori. Si tratta di gente in gran parte molto preparata. Rappresentiamo il Paese con 20 uffici nel mondo. Dovremo ristrutturare per bilanciare la copertura di questi uffici perché è una mappa che si rifa agli anni '90 con un forte peso dell'Europa.
Oggi si aprono nel Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa (Napoli) gli Stati generali del turismo, grande consultazione pubblica sul turismo italiano che si concluderà a luglio con l'approvazione del Piano strategico nazionale. Cosa vi aspettate?
Ci aspettiamo una corretta interpretazione dei ruoli degli attori del sistema del turismo. Noi gestiamo la parte della domanda e della promozione. Il ministero lavora coi suoi mezzi finanziari sull'offera nel territorio per creare cio che noi indichiamo come un prodotto, in base alla segmentazione del mercato. Poi andiamo a individuare delle nicchie, eccellenze dei territori che attraggano turisti. Con la riforma dell'Enit possiamo cominciare a occuparci anche del mercato interno, sebbene la nostra missione resti quella dell'estero. Le politiche turistiche vanno concordate con il ministero del Turismo, così come il nostro piano: facciamo convivere obiettivi e strategie ottimizzando le risorse.
Come procede la trasformazione dell'Enit? C'è il nodo del personale che in passato pesava in modo significativo sui costi. A che punto è il processo di cambiamento?
La riforma dell'ente la abbiamo ereditata: prima di noi c'era un commissario. Siamo entrati in funzione da ottobre con la nuova Enit, ente pubblico economico. Innanzitutto abbiamo previsto un organico di 78 persone. Queste persone sostituiranno gradualmente l'attuale organico ed il rimpiazzo verrà fatto attingendo dal mercato. Ma questi passaggi hanno procedure burocraticamente complesse. La situazione che abbiamo trovato al nostro arrivo vedeva un 100% di dipendenti in Italia che hanno optato per restare nella pubblica amministrazione e non per passare al contratto privato. Queste persone non si sono ancora spostate nella funzione pubblica. Il costo complessivo del personale con 78 dipendenti incide per il 45% sul totale del budget. E' anche prevista la riduzione dei dirigenti da 8 a 5. Per il 2016 abbiamo in budget 12 milioni per la attivita di promozione e 15 per il funzionamento dell'ente. Abbiamo avuto 10 milioni in più dal governo con la legge di stabilità proprio per per la promozione.
Cosa cambia nel vostro modo di promuovere l'Italia sul web ai turisti?
Il portale verrà sostituito da un ecosistema digitale impostato sui social e sulle applicazioni mobili. E adotteremo un'attività di marketing generazionale raccontando l'Italia almeno in quattro linguaggi diversi che sono indirizzati ai millennial, ai babyboomer, agli active-senior e alla X Generation. Lavoreremo con i motori di ricerca per promuovere l'Italia in modo virale suo i social media e network. Bisogna comprendere ciò che pensano i turisti: pensano non per destinazione ma per passione. Il nostro sito riflette invece ancora una impostazione per destinazione.
Su cosa punta il nuovo piano dell'Enit per attrarre turisti in Italia?
Il progetto strategico Enit prevede la costituzione di una direzione commerciale con un responsabile per ogni singolo mercato estero che dovrà assicurare un presidio fisso e permanente. Oggi le dinamiche turistiche sono legate alle motivazioni che fanno scaturire i viaggi e il cosiddetto turismo esperenziale. Faremo delle azioni mirate e quindi turismo sportivo, quello religioso, lo shopping piuttosto che l'arte e il turismo montano. Avvieremo così specifiche operazioni su singoli mercati esteri, coinvolgendo solo quelle regioni che possono realmente attirare turisti.
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