Il broker dovrà anche pagare 1,2 milioni di euro a Stefano Savi a titolo di provvisionale e 60mila euro ai genitori e al fratello del ragazzo
E' arrivata una nuova condanna a 23 anni di carcere per Alexander Boettcher, il broker 30enne accusato di associazione a delinquere e lesioni gravissime per l'aggressione con l'acido ai danni di Stefano Savi, sfigurato sotto casa in via Quarto Cagnino a Milano la notte tra il 1 e il 2 novembre 2014 e il blitz non riuscito contro il fotografo Giuliano Carparelli, che si è salvato aprendo un ombrello. I giudici hanno escluso l'aggravante della crudeltà, ma hanno interdetto Boettcher in perpetuo dai pubblici uffici e lo hanno anche condannato a 3 anni di libertà vigilata una volta scontata la pena. Il broker dovrà anche pagare 1,2 milioni di euro a Stefano Savi a titolo di provvisionale e 60mila euro ai genitori e al fratello del ragazzo. La provvisionale per il fotografo Giuliano Carparelli, scampato al blitz, è invece di 50mila euro e di 10 mila è quella per Antonio Margarito, che nel maggio del 2014 l'ex amante e complice del broker, Martina Levato, ha tentato di evirare.
LE ALTRE CONDANNE. Alexander è già stato condannato nel giugno del 2015 a 14 anni di carcere dalla nona sezione penale di Milano, presieduta da Anna Introini, per il blitz contro Pietro Barbini del 28 gennaio 2014 in via Giulio Carcano a Milano. Boettcher aveva rincorso il ragazzo, ex compagno di liceo ed ex flirt della Levato, con una mazzetta da muratore dopo che Martina e Magnani gli avevano gettato in faccia del liquido corrosivo.
Immobilizzato dalla vittima, aiutata dal padre e da alcuni passanti, l'imputato era stato subito arrestato. In serata era stata portata in questura anche Martina che, giudicata per Direttissima, si era addossata ogni responsabilità, scagionando il compagno. Il processo d'appello per la ormai ex "coppia dell'acido" – la Levato ha fatto sapere in un memoriale di 6 pagine di aver preso le distanze da Boettcher, che l'aveva soggiogata – inizierà il prossimo 7 aprile.
Il 13 gennaio scorso il gup Roberto Arnaldi ha anche condannato Martina a 16 anni di carcere per le aggressioni a Savi, Carparelli e il tentativo di evirare Margarito. Il basista della "banda dell'acido" Andrea Magnani, invece, è stato condannato a 9 anni e 4 mesi per tutte le aggressioni.
IL MEMORIALE. Martina aveva sempre cercato di difendere l'amante e complice sia davanti agli inquirenti sia in aula. Il 17 marzo scorso, invece, la ex studentessa della Bocconi, tramite il suo avvocato Alessandra Guarini, ha depositato una memoria di 7 pagine nella quale, oltre a prendere le distanze dal suo ex, ha attribuito a lui la "regia" dei blitz e ha raccontato le "pratiche di dominazione" del giovane. Boettcher, ha scritto Martina, voleva "che io perdessi un braccio, una gamba, perché io non fossi più desiderabile agli occhi degli altri". Il memoriale non è stato ammesso nel processo a carico di Boettcher, ma entrerà nel processo d'appello per la vicenda Barbini che si aprirà la prossima settimana.
IL FIGLIO. A maggio due consulenti tecnici (psichiatri) nominati dal Tribunale dei Minori dovranno depositare una perizia per valutare la capacità genitoriale di Martina e di Alexander, che al momento possono vedere il figlio, nato a Ferragosto e affidato ad una casa famiglia del Comasco, una volta alla settimana tra le mura del carcere di San Vittore. Le due esperte, Cecilia Ragaini, neuropsichiatra e psicoterapeuta, e Simona Taccani, psichiatra e psicoanalista, dovranno valutare anche la capacità "accuditiva" dei nonni materni del piccolo e della nonna paterna, che si sono tutti detti disponibili a crescerlo. Il bambino, però, potrebbe anche essere dato in adozione ad un'altra famiglia. Lo scorso 21 marzo Martina e Alexander avrebbero dovuto incontrare insieme il piccolo, sotto gli occhi attenti dei due psichiatri, ma una di loro era malata e l'incontro è slittato ai primi di aprile.
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