La donna ha avuto un malore durante l'udienza e si è dovuta fermare. In aula anche Balda e Fittipaldi
Malore per Francesca Chaouqui durante l'udienza del processo 'Vatileaks 2'. La donna, che sta portando avanti una gravidanza a rischio giunta al sesto mese e mezzo, si è sentita male nell'aula del tribunale vaticano, durante l'interrogatorio del giornalista dell'Espresso Emiliano Fittipaldi.
Il suo avvocato, Laura Sgrò, già nella prima udienza della mattina, aveva riferito che dal 17 al 22 marzo Chaouqui, imputata in Vaticano per fuga di notizie riservate e sodalizio criminale organizzato, dovrà essere ricoverata in ospedale per un cerchiaggio uterino e il presidente Giuseppe Dalla Torre aveva assicurato che, una volta ricevuto un certificato medico, provvederà ad aggiornare il calendario.
Chaouqui ha avvertito il malore quasi alla fine della deposizione di Fittipaldi: è uscita dall'aula piuttosto velocemente, sono arrivati i medici, si è attivata l'ambulanza, Arrivato a verificare le condizioni di salute dell'imputata anche il capo della gendarmeria vaticana, Domenico Giani. L'avvocato Sgrò aveva provveduto a consegnare la cartella clinica al tribunale e non ne aveva una copia, che invece serviva ai medici. Anche il procuratore aggiunto Zanotti è stato chiamato fuori dall'aula mentre proseguiva l'interrogatorio. "Loro volevano ricoverarmi – ha commentato con i giornalisti Chaouqui rientrando -, ma non ho voluto, volevo rimanere e difendermi". Qualcuno le ha fatto notare che l'udienza ormai era terminata: "E' finita? allora forse vado a farmi controllare".
CHAOUQUI: BALDA VERME SE MI ACCUSA DI MAFIA. Prima dell'inizio dell'udienza, Chaouqui era arrivata in aula portando sotto il braccio la sua tesi di laurea, dal titolo 'La prova nel giudizio abbreviato', dedicata ai giudici Falcone e Borsellino. "Accusare di mafia me, che vengo dalla Calabria, è la peggiore accusa che quel verme poteva farmi", ha detto Chaouqui, riferendosi alle dichiarazioni dell'udienza di ieri di monsignor Vallejo Balda. L'ex segretario della commissione Cosea, ha raccontato infatti che una volta, davanti all'ingresso vaticano di Porta Sant'Anna, Chaouqui gli disse: "Ci serve aiuto e l'unico aiuto possibile è quello della mafia".
BALDA: CHAOUQUI MI DISSE CHE MI AVREBBE DISTRUTTO. Monsignor Vallejo Balda, ex segretario della commissone Cosea, si sentiva minacciato direttamente da Francesca Chaouqui. Lo ha raccontato nella deposizione nel tribunale vaticano, dove è a processo per fuga di notizie riservate e sodalizio criminale organizzato, riferendo, come esempio, di un messaggio whatsapp inviatogli da Chaouqui: "Ti distruggerò davanti a tutti i giornali e sai che posso farlo". "Se questa non è una minaccia concreta", ha commentato. Anche Nuzzi diceva che Chaouqui avrebbe potuto fargli molto male, ha riferito: "Dovete fare pace, mi disse, perché Francesca ti può fare molto male".
Balda ritiene che sin dal 2011, anno del suo arrivo a Roma, siano stati fatti accertamenti sulla sua vita privata. "Poi da agosto 2013, quando ho iniziato a lavorare per la Cosea – ha raccontato -, amici in Spagna mi riferivano che c'erano state indagini presso l'anagrafe sui di me, credo si trattasse di un investigatore privato".
"La mia situazione era di ansia e in questo contesto e qualcuno arriva ad avere paura a fare troppe domande – ha aggiunto -. Ho interpretato alcune domande di Fittipaldi come se sapesse chissà quante cose sul mio conto e potessi essere ricattato. Ma non sono state minacce dirette e concrete".
Consegnare i documenti riservati del Vaticano è stato il "modo di pagare la mia libertà", ha aggiunto Balda. Il monsignore ha assicurato di non aver detto a nessuno di aver passato le notizie ai giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi. La sua deposizione sembra inoltre 'scagionare' Nicola Maio, ex segretario particolare di Balda alla Cosea. Maio, avvicinandosi ai giornalisti presenti e ha commentato: "Ora vi è abbastanza chiaro che questo poveraccio non c'entra nulla?".
FITTIPALDI: CONOBBI BALDA QUANDO LIBRO QUASI FINITO. Quando ha conosciuto Vallejo Balda, il libro 'Avarizia' era quasi concluso. A riferirlo è stato il giornalista dell'Espresso Fittipaldi, imputato in Vaticano per fuga di notizie proprio dopo la pubblicazione del suo libro. Balda è stata una sua fonte, ha ammesso durante l'interrogatorio, ma "di 20 documenti che mi ha consegnato, ne ho usati solo due, uno legato allo Ior l'altro legato al cardinale Pell, gli altri erano di scarsissimo interesse giornalistico".
Fittipaldi ha rivelato di avere altre fonti, delle quali non dirà nulla: "Come giornalista italiano sono vincolato al segreto professionale – ha detto -. In questo caso rispondo perché Balda ha già ammesso di essere una mia fonte". "E' il mio mestiere, l'ho fatto e lo rifarei – ha raccontato -. Il mio mestiere di giornalista mi porta a pensare che devo pubblicare proprio i documenti che le istituzioni non vogliono divulgare".
Chaouqui l'ha conosciuta invece il 27 aprile 2014, al cocktail su una terrazza del Vaticano per la canonizzazione dei due papi, mentre l'altro giornalista imputato, Gianluigi Nuzzi, autore di 'Via Crucis', lo ha conosciuto la mattina della prima udienza del processo.
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