Il figlio maggiore del Senatùr Umberto è accusato di appropriazione indebita
Un anno di carcere e 350 euro di multa (con al sospensione della pena). È questa la condanna che il pm di Milano Paolo Filippini ha chiesto per Riccardo Bossi, il figlio maggiore del Senatùr Umberto Bossi, accusato di appropriazione indebita per aver saldato spese personali per circa 158 mila euro con i fondi del partito. Bossi jr ha optato, a differenza dei suoi familiari, per il rito abbreviato. Il pm nella sua requisitoria, che si è svolta a porte chiuse davanti all'ottava sezione penale del Tribunale, da quanto si è saputo, ha parlato di intercettazioni e documenti e ha citato, tra le altre cose, la cartelletta dal titolo 'The Family', trovata nella cassaforte dell'ufficio romano dell'ex tesoriere del Carroccio. All'interno, secondo la Procura, ci sarebbero stati scontrini e ricevute di "spese particolarmente scomode".
Il pm ha chiesto al giudice monocratico di concedere a Bossi jr le attenuanti generiche, perché "il malcostume era così radicato nella gestione del denaro da parte degli amministratori da abbassare la piena consapevolezza del disvalore" dei fatti. Belsito, il Senatùr e il figlio minore Renzo hanno scelto, invece, il rito ordinario. La sentenza è prevista per il prossimo 14 marzo.
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