Le sue riflessioni lette in aula dagli avvocati
"Non ho capito la gravità delle cose, finché non ho visto la faccia di Pietro Barbini" sfigurata con l'acido e "se avessi anche solo immaginato che Martina avrebbe fatto qualcosa del genere l'avrei fermata". Sono questi i pensieri che Alexander Boettcher, dopo un'udienza del processo a suo carico davanti ai giudici dell'undicesima sezione penale, ha affidato ad una nota. Le sue riflessioni sono state lette oggi in aula dai suoi difensori, che lo hanno interrogato per tutto il giorno.
"Martina non mi ha mai chiesto di aiutarla e io non avrei mai pensato che sarebbe arrivata a fare una cosa del genere", ha aggiunto il broker, rispondendo alle domande dei suoi legali. Boettcher ha escluso ogni coinvolgimento nelle aggressioni punitive agli ex di Martina, ma ha sottolineato la vicinanza tra Magnani e la ragazza, che lo ha insospettito.
"Io penso e spero – ha aggiunto Boettcher – che non ci sia stato alcun rapporto e relazione tra loro due e quando l'ho chiesto a lei durante un colloquio in carcere, Martina si è messa a piangere e mi ha detto di no".
Boettcher ha anche detto di essere "timido" di carattere e ha spiegato che, quando la ragazza ha ammesso i suoi tradimenti, ne è rimasto così scosso da "piangere la notte sotto le coperte". E quando la ragazza, di ritorno da una vacanza in Grecia, gli ha proposto farsi perdonare facendo un gesto che le sarebbe costato dieci anni di galera, lui le ha risposto "E fatteli".
Diversa la versione che il broker aveva raccontato nel corso del processo per l'aggressione a Pietro Barbini, concluso con una condanna a 14 anni di carcere per lui e la compagna. In quell'occasione Alexander aveva depositato un memoriale, nel quale aveva spiegato che Martina si era proposta di espiare i suoi tradimenti con un gesto eclatante, in cambio perà la ragazza gli avrebbe dovuto dare un figlio.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata