"Tutte le unioni di coppie, comprese quelle omosessuali, non possono essere equiparate al matrimonio e alla famiglia". Lo scrivono in una nota monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, e i vescovi di Piemonte e Valle d'Aosta, che raccomandano "calorosamente, unendoci alla sollecitazione del Cardinal Bagnasco, un'ampia partecipazione al Family day del prossimo 30 gennaio a Roma".
"La famiglia – scrive monsignor Nosiglia – è fondata sul matrimonio, unione d'amore vissuta stabilmente tra donna e uomo, aperta alla gioia responsabile del dono dei figli. I figli devono beneficiare dell'amore operosamente efficace di un padre e di una madre. Gli adulti non possono e non devono trasformare desideri in diritti e imporre al minore ciò che ritengono bello e giusto per se stessi. La famiglia è un dono costitutivo, architrave, di ogni civiltà, della vita della persona, della bella e buona espressione di tanti italiani. Lo attesta e conferma con saggezza e chiarezza la Costituzione della nostra Italia".
"Per salvaguardare e promuovere questi valori fondamentali anche dal punto di vista legislativo" i vescovi raccomandano la partecipazione al Family Day. "Ribadiamo che tutte le unioni di coppie, comprese quelle omosessuali – sostengono Nosiglia e i vescovi di Piemonte e Valle d'Aosta – non possono essere equiparate al matrimonio e alla famiglia. Tenuto fermo questo principio, anche le unioni omosessuali, come tutte le unioni affettive di fatto, richiedono una regolamentazione chiara di diritti e di doveri, espressa con saggezza. Riconosciamo certo la grande importanza e la delicatezza di questo tema che deve essere affrontato e dibattuto, ma non pervenendo a compromessi politici, frutto di equilibrismi tra poteri, che porterebbero a conseguenze negative a tutti i livelli, sociali e culturali, per le famiglie stesse".

