Il 13 gennaio 2012 la nave Costa urtò gli scogli davanti all'isola del Giglio per un 'inchino'
Di Fabio De Ponte "Cerco sempre di far comprendere a tutti quelli che, a vario titolo, hanno vissuto quella vicenda, che si tratta innanzitutto una tragedia. Tutto quello che può essere detto, scritto o rivissuto, non può mai prescindere dal fatto che stiamo parlando di una vicenda che ha visto 33 vittime. Oltre alle trentadue persone morte nel naufragio, io annovero sempre anche il povero sommozzatore spagnolo che morì nelle fasi che precedettero il parbuckling". Così il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, capo della Protezione civile negli anni segnati dal naufragio della Costa Concordia, e protagonista della titanica operazione che permise di portare via il relitto dall'isola del Giglio, ricorda con LaPresse quella vicenda.
"PER ME UN PRIVILEGIO". Una tragedia che però diede origine a una "cosa straordinaria". "Oggi mi rimane il privilegio – racconta – di aver fatto parte di quella avventura. Al di là di ruoli, funzioni e primazie, che lasciamo agli altri, conservo questo grandissimo privilegio di aver vissuto per 30 mesi una esperienza che peraltro era lontanissima dalla mia formazione professionale e dalle cose che avevo praticato in passato, che mi ha arricchito professionalmente e umanamente".
"TORNERO' SULL'ISOLA". Per primo il legame con l'isola: "Questo straordinario rapporto con gli isolani – spiega – è una delle cose che più mi sono rimaste di questa vicenda. Un percorso di costruzione di una reciproca fiducia, che è stata la parte più arricchente. Con l'isola mi lega un rapporto molto forte. Purtroppo oggi non sono potuto andare ma ho già in programma di fare una scappata privata e personale per riabbracciare e rivedere tanta gente che ha segnato questo cammino così esaltante e affascinante".
"CON SLOANE RIMASTI I SALUTI NATALIZI". E con Nick Sloane, il direttore delle operazioni che hanno portato al raddrizzamento della Costa Concordia? "Ci siamo salutati alla fine dell'avventura, poi le strade professionali ci hano portato in ambiti diversi. Sono rimasti i saluti natalizi".
"ANCORA UN ANNO PER LO SMANTELLAMENTO". La nave attualmente è ancora attraccata al porto di Genova, per le operazioni di smantellamento. "Le attività che restano da terminare – spiega Gabrielli – sono due: da un lato consistono nel ripristino delle condizioni ambientali all'isola del Giglio, che proseguono in modo significativo; e dall'altro lo smantellamento della nave, che ha un timing ha 18 mesi. Ci vorrà ancora un anno all'incirca, secondo una tempistica che è quella prevista, con slittamenti di qualche mese che però sono fisiologici, rispetto a un progetto che non ha precedenti".
"UNA COSA STRAORDINARIA". Ma "anche se c'è giustamente – sottolinea – il riconoscimento di una attività che è stata fatta, di una grande espressione dell'ingegneria e dell'attività di coordinamento che si è realizzata tra il pubblico e il privato, mai questa vicenda potrà essere compresa senza mettere come punto fondante i dolori e i lutti. Una avventura che affonda le sue radici in una tragedia ma che poi ha dato luogo a un grandissimo sforzo della comunità scientifica, delle istituzioni, dei privati, che ci hanno messo soldi, determinazione e volontà, indubbiamente si è realizzata una cosa straordinaria".
"NESSUNA SENTENZA CANCELLERA' I LUTTI". Resta il processo Schettino. "Quello attiene alla vicenda vera, reale, incancellabile della tragedia. Sarà scritta una pagina giudiziaria, ma alla fine – dice l'ex capo della Protezione civile – qualsiasi pagina giudiziaria non restituirà agli effetti le persone che sono venute meno. Penso alla bimba riminese di cinque anni, ai ragazzi di giovane età che sono morti, fino al ritrovamento dell'ultimo corpo, quello del cittadino indiano. Dietro ogni storia ci sono vissuti, tragedie, dolori mancanze, che nessuna impresa e nessuna sentenza potrà mai cancellare".
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