Città del Vaticano (Vaticano), 30 nov. (LaPresse) – “Io non potevo cedere… Avevo sempre il Papa davanti agli occhi che parlava della sacralità delle donne sposate e del matrimonio”. Sono le parole contenute nel memoriale di monsignor Lucio Vallejo Balda, pubblicato dal quotidiano ‘La Repubblica’, che il prelato ha consegnato al primo avvocato, che poi è stato sostituito, l’8 novembre scorso, in cui si parla dei suoi rapporti, con Francesca Immacolata Chaouqui. Il processo sul caso Vatileaks 2, la cui udienza era stata fissata per oggi, è stato rinviato al 7 dicembre. “Io racconto della Francesca, ma per me es muy doloroso… Io mi vergognavo di quello che avevo fatto con Francesca e quando passavo i documenti pensavo allo scandalo, se si sapeva. Mio Dio”, è la confessione di Balda riportata nel memoriale. “Lei mi disse che apparteneva ai servizi segreti italiani e che la sua unione con Corrado Lanino era un matrimonio di copertura. Mi mandò delle foto di Corrado con un’altra donna, la sua vera moglie”, prosegue. “Nella Commissione Cosea c’erano persone lì per fini personali. Uno era il presidente Joseph Zahra, l’altro Jean Baptiste de Franssu, il presidente dello Ior. Mi arrivavano notizie inquietanti sulle loro attività, tutti i giorni. Ad aprile 2014 io, Francesca, suo marito e Nicola Majo abbiamo fatto un dossier e a maggio l’ho portato al Papa. Francesco mi ha chiesto di darlo al cardinale Pell, che ha reagito con aggressività e ha ignorato le mie informazioni. Quelle erano persone di sua fiducia”, è un altro passaggio del memoriale di Balda.
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