Città del Vaticano, 24 nov. (LaPresse) – E’ cominciata la prima udienza del processo in Vaticano per associazione, fuga e diffusione di documenti riservati. Cinque imputati (monsignor Lucio Vallejo Balda, Nicola Maio, Francesca Immacolata Chaouqui e i due giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emiliano ” Fittipaldi) per due capi d’accusa: il primo è per monsignor Lucio Vallejo Balda, Nicola Maio (suo ex segretario particolare) e Francesca Immacolata Chaouqui che si sarebbero “associati” tra loro formando un “sodalizio criminale” organizzato, dotato di una sua composizione e struttura “autonoma”.
Il secondo è per tutti ed è quello noto: concorso in diffusione di notizie e documenti riservati. “In concorso tra loro – comunica una nota del Vaticano – Vallejo Balda, nella qualità di segretario generale della prefettura per gli affari economici, Chaouqui quale membro della Cosea, Maio quale collaboratore di Vallejo Balda per le questioni riguardanti la Cosea, Fittipaldi e Nuzzi quali giornalisti, si sono illegittimamente procurati e successivamente hanno rivelato notizie e documenti concernenti gli interessi fondamentali della Santa Sede e dello Stato”. In particolare, “Vallejo Balda, Chaouqui e Maio si sarebbero procurati le notizie nell’ambito dei loro rispettivi incarichi nella prefettura per gli affari economici e nella Cosea, mentre Fittipaldi e Nuzzi sollecitavano ed esercitavano pressioni, soprattutto su Vallejo Balda, per ottenere documenti e notizie riservati, che poi in parte hanno utilizzato per la realizzazione di due libri usciti in Italia nel novembre 2015″. Se gli imputati dovessero non comparire, si specifica, verrebbero comunque giudicati in contumacia.
Chaouqui e i due giornalisti hanno confermato che si presenteranno nella stessa aula in cui fu processato Paolo Gabriele nel 2012 e, dopo il processo, alle 15, Gianluigi Nuzzi incontrerà i giornalisti alla sede della Stampa Estera di Roma. Giulia Bongiorno, avvocato di Francesca Chaouqui, non è stata ammessa a difendere la sua cliente davanti alla commissione presieduta da Giuseppe Dalla Torre: “Domani nella prova più dura della mia vita e di quella della mia famiglia il Vaticano mi manda senza di Lei – ha scritto nella notte Chaouqui sul suo profilo Facebook -. M’avessero mutilato di un braccio avrebbero ottenuto lo stesso risultato. Domani ripresento l’istanza per avere il mio difensore al mio fianco in questa prova, se non l’accolgono il Vaticano si macchierà del delitto di avermi negato in un processo di importanza vitale l’unica persona che avrei voluto con me”.
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