Milano, 13 nov. (LaPresse) – “Un episodio isolato, finora senza elementi di collegamento con le violenze dell’intifada“. È quanto dichiarato dal co-presidente della comunità ebraica milanese Milo Hasbani, al termine comitato straordinario per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato dal viceprefetto vicario Giuseppe Priolo, svoltosi questa mattina in prefettura a seguito dell’accoltellamento di un ebreo ortodosso di 40 anni, avvenuto ieri sera in via San Gimignano, quartiere Sud Ovest di Milano, vicino alla fermata metropolitana Bande Nere. “Certo la vittima è stata colpita dopo essere stata riconosciuta come ebrea – aggiunge – anche per i vestiti indossati. Ma escludiamo un movente politico e di odio razziale. La comunità è molto scossa, ma ci sentiamo sicuri, anche grazie al sostegno delle forze dell’ordine”.

“Noi abbiamo un nostro sistema di sicurezza interno, ma da oggi aumenteranno i presidi e la sorveglianza delle forze di polizia e forze armate nei pressi degli ipotetici luoghi sensibili: la scuola ebraica, che oggi è stata regolarmente aperta, e i ristoranti kosher – commenta Hasbani – Continueremo a fare la nostra vita. A Milano siamo ben integrati, non abbiamo mai avuto problemi, non ci sono precedenti e non ci aspettiamo esplosioni di violenza, come ad esempio sta accadendo in Francia”.
Secondo la ricostruzione della Comunità ebraica, il 40enne era appena sceso dalla sua auto, accompagnato a casa dopo il lavoro fuori Milano da altre due persone, quando è stato aggredito. Dopo aver fatto un pezzo di strada a piedi, si è sentito isolato. Voltandosi, un uomo con un passamontagna gli ha sferrato 9 coltellate: alla schiena, alla gola e alla guancia. “La vittima è attualmente ricoverata al Niguarda, e i suoi familiari, anche loro molto religiosi, sono tranquilli”, spiega Hasbani. Una signora avrebbe visto tutto dalla sua abitazione al terzo piano. Gli investigatori passeranno ora al vaglio le telecamere della zona, per fare chiarezza sulla vicenda.

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