Roma, 31 ott. (LaPresse) – Principio di responsabilità, sintesi fra uomo, natura e società, qualità dei consumi sono alcuni dei temi emersi dall’incontro ‘La questione ambientale e l’enciclica papale Laudato Sì’, svoltosi ieri sera nella sede dell’Universita’ Telematica Pegaso, a Roma, a Palazzo Bonadies Lancellotti, nell’ambito de ‘Le officine UniPegaso’. L’enciclica ‘verde’ di Papa Bergoglio è stata il filo rosso intorno al quale si sono confrontati, in una sala gremita, politici, accademici ed esponenti della società civile. Ha introdotto i lavori il rettore dell’Università Telematica Pegaso, Alessandro Bianchi. Fra i relatori, Andrea De Maria, deputato e membro della segreteria nazionale Pd; Agostino Giovagnoli, docente di Storia contemporanea presso l’Università Cattolica di Milano; Lorenzo Leuzzi, vescovo ausiliare di Sua Santità a Roma; Giorgio Nebbia, professore emerito presso l’Università degli Studi Aldo Moro di Bari; Alfonso Pecoraro Scanio, docente di Turismo sostenibile presso l’Università Bicocca di Milano ed ex ministro dell’Ambiente e dell’Agricoltura; Valdo Spini, professore di Storia economica e anche lui ex titolare del dicastero dell’Ambiente. Ha moderato il dibattito Giovanni Cannata, docente di Economia politica presso l’Università Telematica Pegaso.

‘L’Enciclica Laudato sì’ di Papa Francesco è un documento straordinario per la autorevolezza e la capacità di coinvolgimento della fonte da cui proviene. Il tema di fondo è il rapporto uomo-ambiente, come si dice in modo esplicito sin dal sottotitolo ‘Enciclica sulla cura della Casa comune’. Dunque l’umanità ha una ‘casa comune’ di cui tutti devono prendersi cura’, ha sottolineato il rettore dell’Università Telematica Pegaso, Bianchi, che ha ricostruito storicamente le tappe del dibattito ambientalista, partendo dagli anni ’60-’70, stagione cruciale per le questioni ambientali.

A testimoniare il clima e il fermento di quegli anni è stato Nebbia, ‘chimico che ha insegnato merceologia’, storico protagonista del dibattito scientifico-culturale sui temi dell’ecologia: ‘C’era allora – ha spiegato – qualcosa che doveva indurre a ripensare alla tecnica e ai pericoli per l’ambiente. Erano gli anni dell’uso dei pesticidi nel pianeta e degli erbicidi in Vietnam, la tecnica che uccideva la vita nelle giungle di quel Paese’. ‘Per il Magistero – ha detto Nebbia – fu importante l’impegno per la prima conferenza sull’ambiente umano a Stoccolma nel 1972. Nel 1971 Paolo VI parlò della responsabilità dell’uomo verso la natura. Il tema era quello di conciliare l’uso della terra con il fatto di risparmiarne il degrado, una terra da custodire perchè la violenza contro la terra è violenza contro il prossimo. Il messaggio di Paolo VI alla conferenza di Stoccolma fu che di tutte le cose l’uomo è la piu importante’. ‘Da allora – ha spiegato Nebbia – è stato un crescendo di interventi del magistero. Uno stimolo che si trova in ‘Laudato sì’ di Papa Francesco, enciclica che rappresenta una novità per il suo stile, per il suo invito a cambiare i modi di consumo e per il suo riferimento alla diseguaglianza: è un manuale di utilizzazione delle cose’.

‘Nel paragrafo finale l’Enciclica di Francesco Laudato sì’ – ha evidenziato Bianchi – vira bruscamente su un appello ai credenti affermando che ‘occorrerà fare appello ai credenti affinchè siano coerenti con la propria fede e non la contraddicano con le loro azioni’. Da questo appello restano esclusi coloro che con pieno diritto non credono in un dio e pensano che la terra come l’intero universo sia l’esito di processi evolutivi che avvengono senza bisogno di un creatore’. ‘Per tutti questi – afferma Bianchi – l’Enciclica mantiene inalterata la forza del messaggio, ma l’appello alla cura del bene comune potrà trovare risposta solo nella dimensione etica pertinente alla cultura laica, quella del principio di responsabilità’.

Per il rettore dell’Università Telematica Pegaso ‘l’enciclica di Papa Francesco ha buttato un sasso nello stagno’. ‘Non si dicono cose diverse da quelle degli scienziati – dice Bianchi -, ma sono dette da una fonte autorevole, con un capacità di diffusione del messaggio straordinaria e una sottolineatura del fatto che fra i due fronti fra cui si dibatte da sempre sulla questione ambientale, ossia se bisogna praticare la strada di tecnologie che diminuiscano l’impatto o se è un problema di ricostruire il rapporto fra uomo e ambiente, di etica ambientale quindi, il Pontefice sceglie il secondo versante e lo pone, non solo in termini di etica ambientale, ma di etica tout cour’.

Leuzzi ha fornito una interpretazione dell’enciclica che chiama in causa anche il mondo accademico. ‘Colgo, in generale – ha rilevato Il prelato – una certa difficoltà a cogliere l’essenziale della enciclica di Papa Francesco, in cui c’è una novità di sintesi fra natura, uomo e società e che mette insieme questi tre aspetti, una sintesi che fa fatica però a essere compresa da certe categorie antropologiche. Noi siamo abituati al binomio uomo-natura e una prospettiva puramente ambientalista oggi è improponibile. Quel binomio era ritenuto risolvibile in termini etici, ma bisogna prendere coscienza che le ipotesi di fondare autonomamente un’etica per rispettare la natura hanno fallito’. ‘Per non fare gli stessi errori del passato – avverte Leuzzi – bisogna capire che la questione ambientale ora si basa sul trinomio natura, uomo e società: questo eè l’annuncio del Papa. Questo trinomio inizia con la rivoluzione industriale e non si può più sintetizzare solo con il comportamento etico. In questo trinomio il primato è sulla natura che sta conducendo l’uomo: quanto più diventeremo naturalisti, tanta più violenza ci sarà sul creato. Bisogna recuperare un nuovo rapporto uomo-società che prende la sua centralità per custodire il creato. La questione educativa è fare capire alle nuove generazioni che possiamo realizzarci pienamente costruendo la società, la ‘casa comune’: se non ci saranno persone, uomini e donne, protagoniste della storia e soddisfatte della propria esistenza non ci sarà rispetto della natura che tenga’.

‘Per questo, come sollecita Papa Francesco, è importante – sottolinea Leuzzi – che ci siano degli intellettuali che favoriscano la sintesi dei saperi. I giovani saranno protagonisti della costruzione di un nuovo sviluppo. Quindi università e scuole sono luoghi dove riflettere non solo in senso etico del rapporto fra l’uomo e l’ambiente, quanto piuttosto attraverso una ricomprensione di come promuovere allo stesso tempo la grandezza dell’uomo e del creato. Una ‘casa comune’ in cui anche attraverso la natura l’uomo può contemplare la presenza di Dio’. Il dibattito a UniPegaso ha dato voce anche ai politici, sollecitati e interrogati dal messaggio di ‘Laudato sì’. Per Andrea De Maria, parlamentare del Pd, ‘le questioni ambientali si affrontano con una ricerca e una analisi profonda e l’Enciclica ci sfida sui temi dei limiti dello sviluppo tecnico e scientifico, che non è vero che garantisce un futuro migliore per l’umanità, e quindi anche sul tema della qualità dello sviluppo. E poi quello della qualità dei consumi che aveva sviluppato a suo tempo in modo originale lo stesso Enrico Berlinguer. E ancora, il tema della bellezza come paradigma per leggere il mondo, che in Italia ha un valore particolarissimo, in una prospettiva di crescita’. ‘Questa enciclica – è il messaggio di De Maria – interroga tutti, credenti e non, per lo spessore del pensiero. La politica di questi anni rischia di essere una politica del momento, mentre un pensiero lungo, grandi ideali e valori sono fondamentali per le sfide che abbiamo di fronte’.

Stefano Pedica, senatore del Pd, a margine dell’incontro di UniPegaso, ha sottolineato che ‘bisogna riflettere su quello che Papa Francesco sta dicendo attraverso l’Enciclica: più responsabilità. Bisogna essere responsabili, bisogna avere una politica attenta al territorio e all’ambiente. Ci sono tante cose che non funzionano. Bisogna che Parlamento e governo prendano seriamente la politica dell’ambiente: il futuro e la speranza per i nostri figli. Molte leggi in materia ambientale vengono scritte, ma non applicate’. L’ex ministro dell’Ambiente Valdo Spini ha ricordato che il 30 novembre inizia a Parigi la conferenza internazionale sui cambiamenti climatici. ‘Non c’è dubbio – dice Spini – che l’enciclica con la sua bellezza sia un grande aiuto per una sensibilizzazione sui disastri ambientali, sul surriscaldamento del pianeta e sulla desertificazione’. Un altro ex titolare del dicastero dell’Ambiente, Pecoraro Scanio, che e’ stato presidente della Federazione dei Verdi, ha sottolineato ‘la laicità dell’enciclica e l’interesse vero che mostra in particolare verso i poveri che più soffrono le conseguenze del disastro ambientale: la questione ambientale è applicata al mondo intero, è globale e questa è una chiave estremamente laica’.

Il rettore Bianchi dell’enciclica ha poi voluto evidenziare come il Papa ponga il tema di ‘un’etica che riguarda il rapporto fra l’uomo e l’ambiente, fra diverse parti del mondo, Paesi emergenti e sviluppati, fra classi sociali’. ‘Speriamo – è stato l’auspicio di Bianchi – che la discussione nelle Officine UniPegaso, in un ambiente accademico, possa spingere ad elaborare idee e progetti nuovi per un problema di straordinaria attualità come quello ambientale’.

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