Milano, 30 ott. (LaPresse) – “Mi ricordo bene quella sera, non era fredda e non c’era vento”. A dirlo è Giorgio, che lavora nel parco di San Valentino dove gli inquirenti hanno ritrovato la pistola utilizzata per sparare a Trifone Ragone e Teresa Costanza, uccisi la sera del 17 marzo fuori da una palestra di Pordenone. Unico indagato per l’omicidio è Giosuè Ruotolo, commilitone e amico di Trifone. Tra gli indizi a carico di Ruotolo il ‘buco’ temporale tra il momento in cui il caporale ha lasciato la palestra e il momento in cui la sua Audi viene inquadrata al semaforo subito dopo il parco di San Valentino.

Ruotolo ha raccontato agli inquirenti di essere andato in palestra e, non avendo trovato parcheggio, di essersi recato al parco per correre, ma di aver desistito a causa del freddo. Una versione che verrebbe smentita da Giorgio, guardia del parco, intervenuto in diretta durante la puntata di ‘Pomeriggio Cinque‘. “Sono certo che quella sera ci fosse un clima piacevole – ha spiegato l’uomo -, noi guardiani, infatti, se fa molto freddo entriamo nel nostro ufficio, ma quella sera mi ricordo di essere rimasto fuori. Non c’era neanche vento”.

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