di Alessandra Lemme

Roma, 27 ott. (LaPresse) – Un giro di usura che a Roma fruttava ogni mese decine di migliaia di euro e poi bar, ristoranti, attività commerciali attraverso le quali denaro illecito veniva ‘ripulito’. Il malaffare scoperto dalla guardia di finanza era legato a Ferruccio Bevilacqua, imprenditore calabrese già noto agli inquirenti per legami con la cosca calabrese dei Mancuso. Nel corso dell’operazione scattata all’alba di oggi e denominata ‘Hydra’ sei persone sono state arrestate con accuse che vanno dall’usura, all’abusiva attività finanziaria e intestazione fittizia di beni, fino al riciclaggio di denaro di provenienza illecita. Tutto con l’aggravante delle modalità mafiose. Diciassette gli indagati, tra i quali l’ex consigliere regionale del Lazio Vincenzo Maruccio (Idv) e 25 le perquisizioni tra Bergamo, Roma, Catanzaro e Vibo Valentia.



L’IMPRENDITORE CALABRESE AL CENTRO DELL’INDAGINE. E’ l’imprenditore di origini calabresi Ferruccio Bevilacqua, finito agli arresti stamani, la persona al centro dell’indagine ‘Hydra’. Bevilacqua è accusato di usura, intestazione fittizia di beni e riciclaggio di denaro, con l’aggravante mafiosa. Secondo gli inquirenti, a chi prestava denaro chiedeva tassi di interesse che oscillavano tra il 160 e il 600 per cento. Bevilacqua vive a Roma da quando, nel 2009, gli è stato imposto l’obbligo di dimora nella Capitale, anche perché considerato vicino al clan Mancuso di Limbadi, in provincia di Vibo Valentia. Secondo gli inquirenti in meno di sei anni l’imprenditore sarebbe riuscito non solo a investire nell’economia romana proventi illecitamente raccolti in Calabria, ma avrebbe ampliato notevolmente le proprie attività, a cominciare dall’usura per la quale era indagato dal 2009 e a causa della quale era stato allontanato da Vibo Valentia. Secondo l’accusa Ferruccio Bevilacqua non si era mai dissociato dall’ambiente di origine, legato al clan dei Mancuso. Questo emergerebbe anche dai contenuti delle conversazioni telefoniche intercettate tra Bevilacqua e i suoi sodali calabresi: “Siamo sempre vicini, siamo sempre una famiglia… Su questo non c’è dubbio – sottolinea Bevilacqua al telefono -. Una famiglia piena di affetto, di bontà e di trasparenza e di perbenismo”.

L’EX CONSIGLIERE IDV INDAGATO PER RICICLAGGIO. C’è anche l’ex capogruppo dell’Italia dei valori alla Regione Lazio, Vincenzo Maruccio, tra i 17 indagati nell’inchiesta. Secondo gli investigatori Maruccio aiutava a riciclare il denaro derivante dalle illecite attività di Bevilacqua, ottenendo in cambio il dieci per cento circa di transazioni da migliaia di euro. Maruccio aveva un rapporto quasi familiare con l’imprenditore calabrese arrestato nel corso dell’operazione. Bevilacqua, amico del padre di Maruccio prima ancora che suo, utilizzava – secondo gli inquirenti – come prestanome l’intera famiglia dell’ex consigliere: dalla madre, alla moglie, alla donna di servizio. Prestanome di Bevilacqua era, secondo chi indaga, lo stesso Vincenzo Maruccio sui conti del quale i finanzieri hanno trovato oltre 650mila euro di trasferimenti al principale accusato dell’inchiesta. Per una transazione di 12mila euro, l’agio spettante a Maruccio era di circa 1.500 euro. Maruccio non è nuovo a problemi con la giustizia: nel 2012 infatti venne arrestato per peculato e proprio dai controlli sui conti dell’ex consigliere e’ scaturita parte dell’inchiesta che ha portato all’operazione di oggi.

LE SEI ORDINANZE DI CUSTODIA CAUTELARE. Sono sei le persone finite in manette a seguito dell’operazione ‘Hydra’: oltre all’imprenditore Feruccio Bevilacqua, è finito in carcere il figlio maggiore, Renato Bevilacqua, di 44 anni. Il figlio minore di Bevilacqua, Alessandro, 41 anni, e’ ai domiciliari; così come Salvatore Scire’ Cirneco, Alfredo Bordogna e Simone Morano, accusati di essere prestanome dell’imprenditore calabrese.

CAMBIALI E PREZIOSI PER OLTRE UN MILIONE DI EURO. Oro, cambiali e contanti per oltre un milione di euro. Parte del tesoro di Ferruccio Bevilacqua era nel suo appartamento, perquisito oggi dai finanzieri del Gico (Gruppo investigativo criminalità organizzata). Nella residenza romana dell’imprenditore calabrese arrestato stamane per usura e riciclaggio, la guardia di finanza ha rinvenuto cinque chilogrammi d’oro, cambiali per un valore di 635mila euro e oltre cento mila euro in contanti. Nel corso dell’operazione ‘Hydra’ che ha impegnato un centinaio di finanzieri, sono stati sequestrati bar, ristoranti, pescherie, gioiellerie, nella zona di piazza Bologna, a Roma. Tutte attività che secondo gli inquirenti facevano riferimento, attraverso una rete di prestanome, alla famiglia Bevilacqua. Tra i locali in mano agli arrestati anche il noto ‘M’addubbai’ di via Livorno. Sequestrate anche tre società svizzere operanti nel settore immobiliare e del commercio in genere, nonché tre lussuose ville situate in Florida, a Miami Beach. L’ammontare dei beni in sequestro ammonta a oltre cinque milioni di euro.

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