Torino, 19 ott. (LaPresse). – Erri De Luca è stato assolto perché il fatto non sussiste dal Tribunale di Torino. Era accusato di istigazione a delinquere per alcune interviste in cui sosteneva che la “Tav va sabotata”. Al momento della lettura della sentenza l’aula gremita è esplosa in un applauso corale. Il pm aveva chiesto una condanna di otto mesi di reclusione. (LEGGI ANCHE Tav, pm chiede 8 mesi per De Luca: Parole dette non da uno qualunque)

RIBADITO VIGORE DELL’ARTICOLO 21. “Mi sono trovato in una lunga sala d’attesa che adesso è finita. Rimane la grande solidarietà delle persone che mi hanno sostenuto qui e in Francia”, ha detto De Luca, commentando l’assoluzione. “Ero tranquillo perché avevo fatto il possibile – ha aggiunto – Questa assoluzione ribadisce il vigore dell’articolo 21 della costituzione che garantisce la più ampia libertàádi espressione”, conclude lo scrittore napoletano.

“CONTINUERO’ A SOSTENERE I NO TAV”. “Nessuno si aspettava una sentenza precisa, questo è un processo sperimentale mai fatto prima. Era un processo ad uno scrittore e ad un opinione attraverso l’arnese dell’articolo del codice penale fascista”. Così Erri De Luca a LaPresse, commentando, la sentenza. “Le previsioni erano impossibili – ha aggiunto – stamattina come mi sentivo? Io dormo bene…”. “Assenze in aula? Era molto piena, per quanto riguarda i colleghi c’erano state molte liste a mio sostegno. Quelli che non hanno firmato oggi volevano rimarcare la loro distanza, sono degli assenti”, ha aggiunto. Poi conclude: “Continuerò a sostenere il Movimento No Tav, ho la convinzione che loro siano nel giusto ad opporsi”.

AULA AVAMPOSTO. Lo scrittore è entrato intorno alle 9 in aula al PalaGiustizia di Torino. “Considero quest’aula un avamposto. Per i francesi questa roba non è concepibile, il fatto che uno scrittore debba rispondere di frasi dette in quanto scrittore”, ha detto Erri De Luca parlando con i giornalisti. “Questo processo – ha aggiunto lo scrittore partenopeo – è spuntato come un fungo. Non so se è l’ultimo processo della vecchia Italia o il primo di una nuova Italia”.

PAROLE CONTRARIE. Durante le dichiarazioni spontanee, l’autore de ‘Il peso della farfalla’ ha sottolineato: “Sarei presente in quest’aula anche se non fossi lo scrittore incriminato. Considero l’imputazione contestata un esperimento, il tentativo di mettere a tacere le parole contrarie. Svolgo l’attività di scrittore e mi ritengo parte lesa di ogni volontà di censura”. De Luca ha aggiunto: “Sono incriminato per un articolo del codice penale che risale al 1930, considero quest’articolo superato dalla Costituzione sono qui per sapere se quell’articolo avrà il potere di sospendere l’articolo 21 della Costituzione”.

TAV VA OSTACOLATA. “Confermo – ha dichiarato lo scrittore napoletano – la mia convinzione che la linea di sedicente alta velocità in Val Susa va ostacolata, impedita e intralciata, dunque sabotata per la legittima difesa del suolo e dell’aria di una comunità minacciata. La mia parola contraria sussiste e sono curioso di sapere se costituisce reato”.

VERBO NOBILE E DEMOCRATICO. “Sono incriminato per aver usato il verbo sabotare. Lo considero nobile e democratico. Nobile perché pronunciato da figure Come Gandhi e Mandela, democratico perché appartiene fin dall’origine al Movimento operaio”. Lo ha detto nelle sue dichiarazioni spontanee De Luca. “Difendo l’uso legittimo del verbo sabotare nel suo significato più ampio sono disposto a subire condanna penale per il suo impiego, ma non a farmi censurare o ridurre la lingua italiana. Allora si incrimina il sostegno verbale ad un azione simbolica?”.

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