di Denise Faticante

Città del Vaticano, 16 ott. (LaPresse)- Ancora uno sguardo rivolto agli ultimi, a quelli che vivono nelle “periferie dell’anima” e sono vittime della “cultura dello scarto”. Papa Francesco ieri sera ha fatto visita ai senzatetto che alloggiano nel nuovo dormitorio inaugurato nei giorni scorsi dall’Elemosineria apostolica in via dei Penitenzieri, a Roma, nei locali messi a disposizione dalla Curia generalizia della Compagnia di Gesù.

Grande commozione da parte dei clochard sotto lo sguardo bonario e sorridente che Bergoglio riesce ad avere solo quando entra in contatto con gli umili. Una passeggiata tra le stanze e i corridoi dell’edificio che ospita fino a 34 uomini.

Per il Pontefice sono giorni caldi, di grande fatica e di grande lavoro. Il Sinodo sulla famiglia sta entrando nel vivo tra timide apertura, divisioni malcelate e soluzioni ancora lontane. Mentre la questione della comunione ai divorziati e risposati continua ad essere il vero tema di dibattito, spunta l’ipotesi di una commissione ad hoc per studiare il controverso tema.

Sull’argomento l’aula è tornata a dividersi tra chi – sono esempi citati da Bernd Hagenkord, della sala stampa vaticana, nel corso del briefing quotidiano – ha sottolineato che “i fedeli aspettano una parola chiara di verità e amore sul matrimonio e la famiglia contro le manipolazioni ideologiche e le facilitazioni politiche” e chi ha evidenziato la necessità di “accoglienza, accompagnamento, comprensione, partecipazione e integrazione, coefficienti necessari per la storia di discepoli che si fanno samaritani”. E c’è anche chi sostiene che sarebbe “più prudente”, per affrontare la questione, creare una “commissione di esperti” per non prendere una decisione prematura.

Il primate della Chiesa Ortodossa di Estonia Stephanos ha ricordato la disciplina della Chiesa ortodossa, portata ad esempio dal cardinale Walter Kasper, di un percorso penitenziale che conduca alcune coppie di divorziati risposati alla comunione.

Lo scacchiere comunque rimane immutato. Da una parte il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi, che invita a non tradire la dottrina. “Ma se il vincolo coniugale e sacramentale indissolubile c’è – sottolinea-, non possiamo proporre un accesso ai sacramenti”.

Dall’altra l’arcivescovo di Perugia, il cardinal Gualtiero Bassetti, che parla di un clima sereno e di apertura “anche nei confronti dei gay”. La discussione è evidentemente serrata. Aleggiano le parole dell’omelia mattutina di Francesco che dice: “Attenti gli ipocriti, seducono stando nell’ombra”.

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