Milano, 15 ott. (LaPresse) – Il caso del 17enne morto oggi a Milano dopo essere precipitato del sesto piano dell’hotel Camplus Living non è purtroppo un fatto di cronaca inedito per il capoluogo milanese. La vicenda, che ha coinvolto un giovane liceale di Cecina (Livorno) in gita a Milano per visitare l’Expo, ricorda l’incidente di Domenico Maurantonio. Il 19enne padovano, anche lui in gita scolastica per visitare l’Esposizione universale, perse la vita il 10 maggio scorso cadendo dal quinto piano dell’hotel Leonardo da Vinci, in via Senigallia a Bruzzano. Sul caso del giovane, trovato senza vita intorno alle 8 di mattina da un inserviente, è ancora aperta un’inchiesta dopo che sono state fatte diverse ipotesi sula dinamica del tragico incidente. Da quanto è emerso dalle ultime indagini effettuate finora, inquirenti e investigatori non hanno trovato prove evidenti che Maurantonio fosse in compagnia poco prima di cadere nel vuoto.

Per la fine di ottobre è atteso l’esito delle prove cinematiche, che potranno comunque fornire al pm Claudio Gittardi indicazioni sulla posizione dalla quale il ragazzo è precipitato e accertare se fosse seduto sul davanzale della finestra della camera oppure in piedi. L’unica certezza per il momento è che Maurantonio è caduto “a piombo” e che al momento dell’impatto era “inerte”. Inoltre il giovane, nelle ore antecedenti alla sua morte, aveva sofferto di problemi intestinali: la prova sono le tracce di feci del 19enne nel corridoio dell’hotel milanese.

Ma cosa portò quindi alla morte del 19enne, scomparso a poche ore dalla visita all’Expo con i propri coetanei? Il ragazzo, il cui tasso alcolemico al momento della morte era di 1 grammo per litro ma che nello stomaco aveva altro alcol, che se fosse stato assorbito lo avrebbe portato oltre al soglia dei 3 grammi per litro, era già in stato di ebbrezza. L’ipotesi più probabile sarebbe dunque quella di un tragico incidente dovuto all’eccesso di alcol. Rimane però un lato oscuro della vicenda, che ha avuto ampio risalto sui media nell’estate. Si tratta dell’analisi dei testi su WhtatsApp: Muarantonio mandò un messaggino con un testo ancora secretato ad un interlocutore sconosciuto alle 5 di mattina del 10 maggio, forse pochi minuti prima del tragico volo.

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