Città del Vaticano, 13 ott. (LaPresse) – Una lettera privata indirizzata a Papa Francesco esiste, ma i contenuti non sono gli stessi della misteriosa missiva di critiche al metodo sinodale diffusa ieri dal blog del vaticanista Sandro Magister e i firmatari non coincidono.

Quattro cardinali, tra i tredici della corrente conservatrice chiamati in causa ieri, hanno smentito di averla sottoscritta: André Vingt-Trois, vicepresidente del Sinodo, Peter Erdo, relatore, Mauro Piacenza e Angelo Scola, il cui portavoce Don Davide Milani ha dichiarato a LaPresse che l’arcivescovo di Milano “Non ha mai firmato né quella, né nessun’altra missiva di quel tenore”, facendo dunque riferimento all’esistenza di un’altra lettera. Date le smentite, i cardinali firmatari di questo documento dovrebbero essere nove. E però Gerard O’Connell, vaticanista del magazine cattolico ‘America’, sostiene dal sito della sua testata che la lettera porti sì la firma di 13 padri, ma che questi non coincidano con la lista pubblicata ieri dal vaticanista Sandro Magister. Al posto dei quattro cardinali che hanno smentito di averla sottoscritta (Angelo Scola, Anreé Vingt-Trois, Mauro Piacenza e Peter Erdo), ci sarebbero, secondo O’Connell, Daniel N. Di Nardo, arcivescovo di Galveston-Houston, Norberto Rivera Carrera, arcivescovo di Città del Messico, Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontifica Accademia per la vita e John Njue, arcivescovo di Nairobi.

Nel frattempo, tra i nove prelati che non avevano smentito, il cardinale australiano George Pell, secondo Magister latore del documento, ha ammesso di aver firmato una lettera, ma non di quel tenore. Lo ha dichiarato tramite un portavoce al National Catholic Register: “Una lettera privata dovrebbe restare privata – ha detto il suo portavoce -, ma sembra che ci siano errori sia nel contenuto che nella lista dei firmatari. Il cardinale è conscio che in molti padri sinodali restano preoccupazioni sulla composizione della commissione incaricata di redigere la relazioni finale e sul processo attraverso il quale sarà presentata ai padri del sinodo e sarà votata”. Lo stesso ha fatto il cardinale Wilfried Fox Napier, arcivescovo di Durban (Sud Africa) e padre sinodale inserito nella lista dei presunti firmatari. Lo ha dichiarato a Crux, sito del Boston Globe. “La lettera che ho firmato – ha detto – era in particolare circa la commissione dei 10 membri chiamati a stilare il documento finale”. Un altro dei cardinali chiamati in causa Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, in cui non conferma né smentisce, ma si dice indignato perché “Era un documento privato per il Pontefice: è chi l’ ha reso pubblico che deve giustificarsi”. “Una lettera privata che appartiene al Papa! – sostiene – Com’è possibile che sia stata pubblicata?”.

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