di Maria Elena Ribezzo

Città del Vaticano, 12 ott. (LaPresse) – Il dubbio è se sia stata sottoscritta anche con firme false o se non esista per nulla: è giallo sulla lettera di critica dei metodi del Sinodo, pubblicata questa mattina sul blog del vaticanista Sandro Magister. Il documento sarebbe stato consegnato a Papa Francesco lunedì 5 ottobre e porterebbe la firma di 13 cardinali: tutti padri sinodali e tutti nomi della corrente conservatrice, che riterrebbero inadeguato l”Instrumentum Laboris’ come documento di partenza.

Quattro di loro però, nel corso della giornata hanno smentito di avere mai sottoscritto la lettera e un altro, in un’intervista a Radio Vaticana, si è detto molto soddisfatto della prima settimana di lavori e non ha fatto cenno a documenti di critica.

Ermeneutica cospirativa‘: l’espressione era nell’aria già nei primi giorni del Sinodo. L’avrebbe pronunciata Papa Francesco a porte chiuse, ma non tutti giurano di averla sentita. E se anche così non fosse, Bergoglio aveva messo in guardia l’Assise già a partire dal discorso di apertura: “Il Sinodo non è un parlamento in cui si cerca il compromesso”, aveva detto coram populo.

Possibile che un dibattito sulla famiglia si debba ridurre a una guerra di posizioni all’interno del clero? “A sentire voi giornalisti sembra che esistano due Sinodi, uno vero, in cui si ragiona sulle sfide della famiglia per la Chiesa, e uno mediatico, in cui si litiga sulla dottrina” ha detto il cardinal Gualtiero Bassetti, a un incontro collaterale organizzato da Azione Cattolica.

Eppure oggi spunta -sul sito di un giornalista, è vero- questa fantomatica missiva in cui si lamenta una mancanza di trasparenza: “I membri della commissione di redazione sono stati nominati – si legge -, non eletti, senza consultazione”. E, all’interno, ritorna la questione dell’eucarestia ai divorziati risposati, tema dibattutissimo: “Diversi padri hanno espresso la preoccupazione che il Sinodo possa arrivare a essere dominato dal problema teologico/dottrinale della comunione per i divorziati risposati civilmente. Se così avverrà, ciò solleverà inevitabilmente questioni ancora più fondamentali su come la Chiesa dovrebbe interpretare e applicare la Parola di Dio, le sue dottrine e le sue discipline ai cambiamenti nella cultura. Il collasso delle chiese protestanti liberali nell’epoca moderna, accelerato dal loro abbandono di elementi chiave della fede e della pratica cristiana in nome dell’adattamento pastorale, giustifica una grande cautela nelle nostre discussioni sinodali”.

La lettera sarebbe stata scritta in inglese nella sua versione originale. Circostanza insolita, perché un documento indirizzato al Papa, per tradizione, viene scritto in latino, che è la lingua della Chiesa, o in italiano, che è la lingua che il Papa utilizza come vescovo di Roma, o -per una questione di cortesia- in spagnolo, che è la sua lingua madre.

La notizia dell’esistenza della lettera, ripresa da Vatican Insider e in seguito da tutti i principali media, ha innescato la smentita di quattro padri sinodali, cosicché allo stato attuale i firmatari sarebbero nove. Nessuno dei quali, però, è uscito allo scoperto, confermando l’esistenza del documento o assumendosene la paternità; neppure il cardinale australiano George Pell, prefetto della Curia per l’economia, che ne sarebbe stato il latore.

La prima smentita è arrivata dal cardinale Angelo Scola. Il suo portavoce, don Davide Milani, ha tenuto a ribadire a LaPresse che l’arcivescovo di Milano “non ha mai firmato né quella né nessun’altra lettera di quel tenore”. Poi è arrivata la smentita del vicepresidente del Sinodo, il cardinale André Vingt-Trois.

A queste si sono aggiunte quelle del cardinal Mauro Piacenza e del relatore del sinodo, Peter Erdo. Infine, l’arcivescovo di Caracas, il cardinal Jorge Liberato Urosa Savino, pur non facendo esplicito accenno alla lettera, ha rilasciato un’intervista a Radio Vaticana in cui ha definito la prima settimana di lavori “molto interessante, molto produttiva: un ambiente con molta libertà, con molta franchezza e fraternità”.

A questo punto i dubbi circa l’autenticità del documento appaiono concreti. Alla domanda posta dai giornalisti in conferenza stampa, Padre Lombardi, portavoce vaticano, ha risposto che “dovrebbe essere il Papa a dirci se ha ricevuto questo documento o meno. Alcuni cardinali interpellati iniziano a dire che non l’hanno firmato. Sul fatto che questa lettera non abbia particolare impatto, vorrei ricordare che nel secondo giorno di lavori il cardinal Baldisseri ha ribadito iter e procedure che il Papa ha confermato. Tutti stanno ora lavorando al meglio per raggiungere dei risultati con questo metodo”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: