Città del Vaticano, 5 ott. (LaPresse) – Alle 9 di questa mattina sono iniziati i lavori del Sinodo. Il Papa insieme a cardinali, vescovi e sarcerdoti è riunito in preghiera. L’assise durerà tre settimane. Al centro del dibattito la riforma della pastorale della famiglia.

I padri lavoreranno su un capitolo del documento preparatorio ognuna delle tre settimane dell’assemblea, spaziando tra la vocazione, le sfide e la missione della famiglia. Il Papa ha scelto di dare più spazio al lavoro dei piccoli gruppi, i ‘circuli minores’, che sono aumentati di numero e che vedranno pubblicati i risultati delle loro discussioni. Come l’anno scorso, Bergoglio vuole una discussione aperta, a porte chiuse, per “favorire l’azione dello spirito”, ma con libertà per i padri di raccontare poi pubblicamente ciò che credono.

Le tre settimane saranno dedicate una ciascuno ai tre temi sui quali sono attese decisioni sotto forma di “proposte non vincolanti al Papa”: ‘L’ascolto delle sfide sulla famiglia’, ‘Il discernimento della vocazione familiare’, ‘La missione della famiglia oggi’. Sono 270 i padri sinodali e 18 le coppie di sposi (17 fra gli auditori e una tra gli esperti). Tra i padri, 74 saranno i cardinali, 6 i patriarchi, 175 tra arcivescovi e vescovi (tra cui 6 ausiliari, 3 vicari apostolici e un emerito), 2 i parroci (entrambi italiani) e 13 i religiosi. La provenienza dei padri dai cinque continenti è così ripartita: 54 dall’Africa, 64 dall’America, 36 dall’Asia, 107 dall’Europa e 9 dall’Oceania. Prenderanno parte all’assemblea sinodale altri invitati provenienti da diverse culture e nazioni: 24 esperti o collaboratori del segretario speciale, 51 uditori e uditrici, 14 delegati fraterni.

“Il Sinodo non è un parlatorio, non è un Senato dove ci si mette d’accordo. E’ un’espressione ecclesiale, è la Chiesa che cammina insieme per leggere la realtà con gli occhi di Dio” ha detto Papa Francesco nel discorso d’apertura dell’assemblea sulla famiglia. “In questo Sinodo ci sia “spirito di solidarietà con franchezza e coraggio”. E ancora per il pontefice c’è bisogno di “adottare coraggiosamente la parresia, lo zelo pastorale e dottrinale”. “L’unico metodo che possiamo seguire – ha detto Bergoglio – è quello di aprirsi allo Spirito Santo, affinchè sia lui a guidarci e illuminarci”.

Il Sinodo “non è un Parlamento dove regna il compromesso” dice Bergoglio aggiungendo che non è un luogo “dove per raggiungere un consenso o un accordo comune si ricorre al negoziato, al patteggiamento o ai compromessi, ma l’unico metodo del Sinodo è quello di aprirsi allo Spirito santo con coraggio apostolico, umiltà evangelica e orazione fiduciosa, affinché sia lui a guidarci e illuminarci e a farci mettere davanti agli occhi, con i nostri pareri personali, la fede in Dio, la fedeltà al magistero, il bene della Chiesa”.

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