Napoli, 3 ott. (LaPresse) – E’ finito in manette dopo due anni di ricerche Ciro Manco, 52enne di Marano, in provincia di Napoli, ritenuto elemento di vertice dello storico clan ‘Polverino’, particolarmente attivo nell’area a nord di Napoli e dedito al traffico di armi e stupefacenti.

Manco, condannato a 30 anni di carcere, si nascondeva in un parco residenziale del casertano, ad Aversa. Era ricercato da due anni per un ordine d’arresto richiesto dalla Dda partenopea ed emessa dal locale gip per associazione per delinquere di tipo mafioso e narcotraffico. Successivamente era stato anche condannato in primo grado a 30anni di reclusione per le stesse accuse.

Il latitante al momento dell’arresto non aveva documenti. Apparentemente conduceva una vita anonima e defilata in un appartamento inserito in un tranquillo contesto residenziale del grosso comune casertano, area vicina ai comuni napoletani sotto l’influenza criminale dei Polverino.

Manco trasportava milioni di euro in contanti in Spagna al ‘boss’ Giuseppe Polverino per l’acquisto di tonnellate di droga: è nelle carte del processo la circostanza in cui Ciro Manco, ritenuto elemento di spicco del clan, trasportò due milioni di euro in contanti al boss Giuseppe Polverino detto ‘o baron’, allora latitante. Manco partì in auto da Napoli con i soldi nascosti in una valigia, e raggiunse il capoclan a Barcellona, dove gli consegnò i due milioni di euro che sarebbero dovuti servire per l’acquisto di due tonnellate di hashish destinate agli spacciatori italiani.

Per catturare Manco ieri una ventina di ‘cacciatori’, della sezione catturandi del nucleo investigativo carabinieri di Napoli, lo hanno stanato dall’appartamento dove si nascondeva. Erano un paio di giorni, un appartamento a primo piano di un edificio di quattro piani che la casa era tenuta sotto osservazione. Dalle finestre, sempre con persiane chiuse, si poteva notare solo qualche movimenti di ombre all’interno. Fino a quando Manco ha aperto uno spiraglio dalla finestra ed è andato a sedersi sul divano mettendosi a giocare con una costosa consolle per videogiochi collegata alla tv. Osservandolo per qualche minuto, nonostante fosse invecchiato, i militari lo hanno riconosciuto e hanno fatto irruzione.

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