di Denise Faticante

Città del Vaticano, 2 ott. (LaPresse)- Si riprende da dove si è finito lo scorso anno. Il clima, almeno a livello mediatico, è già molto incandescente, ma nessuno parla di divisioni. Domenica inizia in Vaticano il sinodo straordinario sulla famiglia e, nonostante Papa Francesco auspichi un confronto “sincero, aperto e fraterno”, sono molti i temi destinati a dividere i vescovi chiamati a ripensare la pastorale familiare della chiesa. I confronti più accesi, guardando alle ultime esternazioni, si avranno sulla comunione ai divorziati e su una maggiore accoglienza verso gli omosessuali. Ma, viste le posizioni del pontefice, uno dei ‘convitati di pietra’ potrebbe essere anche l’aborto. Su questi terreni Bergoglio non ha certo cambiato la posizione dottrinale, ma ha posto l’accento sulla misericordia, sul perdono e sull’avvicinamento.

Insomma una ‘chiesa in uscita’ (che dà l’impronta al pontificato dell’argentino) è quella che sarà sul tavolo delle discussioni che si concluderanno il 25 ottobre. Il confronto sarà sicuramente serrato tra chi è fautore di arditi cambiamenti e chi invece li ostacola.

TRA KASPER E CAFFARRA La tela che il pontefice dovrà tessere, senza strappi, va da posizioni molto avanzate come quella del cardinale tedesco Walter Kasper, fino alle più conservatrici come quelle degli uomini vicini all’ex presidente della Cei, Camillo Ruini. Kasper giusto ieri ha ribadito la sua dura posizione contro i “fondamentalisti in nome del Vangelo”. “Gay si nasce”, ha detto assumendo una posizione di apertura anche sull’ostia ai divorziati. Dal lato opposto un esercito di conservatori che ha già attaccato il fortino degli ‘illuminati’ con la pubblicazione di un libro ‘Matrimonio e Famiglia: prospettive pastorali’ firmato, fra gli altri, dai cardinali Carlo Caffarra, Dominik Duka e Antonio Ruoco Varela, grande nemico del governo Zapatero, in difesa del Magistero della Chiesa e contro le aperture su divorziati e gay.

STATI UNITI Il pericolo maggiore, per i progetti di Kasper, viene da Oltre Atlantico. Nello specifico dagli Stati Uniti, terra dei grandi processi per pedofilia e delle prime diocesi fallite per ripagare i danni alle vittime degli abusi. Ma tanto l’episcopato americano si è posizionato in prima fila nella battaglia per ripulire la Chiesa dall’ombra delle violenze, quanto appare il più fiero oppositore all’apertura di Bergoglio sulla famiglia. Lo strappo più pesante si è consumato con la cacciata di Raymond Leo Burke, cardinale originario del Wisconsin, nominato porporato da Benedetto XVI e fino a pochi mesi fa prefetto del Supremo tribunale della Segnatura Apolistica. Il viaggio di Bergoglio negli States ha forse giovato ai rapporti ma, certo, non ha mosso di un millimetro le posizioni conservatrici degli statunitensi.

AFRICA Dal continente africano arrivano le voci più rigoriste. In prima fila c’è il cardinale arcivescovo di Durban, in Sudafrica, Wilfrid Fox Napier, che è tra i quattro presidenti delegati dell’assemblea. Con Napier anche il cardinale Robert Sarah, che solo due giorni fa in un’intervista ha tuonato: “L’ostia ai divorziati tradisce il vangelo, la chiesa non può ribellarsi a Dio”. Ma sopra ogni divisione c’è l’ Instrumentum Laboris’: il documento elaborato con le risposte dei fedeli di tutto il mondo e voluto da Papa Francesco. Qui c’è forse la risposta dell’universo cattolico che supererà ogni spaccatura.

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