di Ester Castano
Asti, 18 set. (LaPresse) – Ad avvertire i carabinieri dell’ultimo caso astigiano di uxoricidio, lunedì 14 settembre, è stata una vicina di casa di Anna Carlucci. Lui, 40enne di nazionalità marocchina, disoccupato; lei, badante 47enne, è stata uccisa a coltellate dal marito. Vivevano insieme nella periferia di Asti, tra i palazzi squadrati e le sterpaglie. “Sono scesa sul pianerottolo, allarmata dalle grida disperate. Non come quelle di quando un uomo picchia una donna, ma proprio come quando si uccide una persona. Poi lui ha aperto la porta, io mi sono nascosta dietro il muro e ho visto dentro quella casa un mare di sangue. Volevo aiutarla – racconta a LaPresse la vicina, che abita al piano di sopra della coppia -. Ma non ho capito niente, tremavo. Mi sono trovata in difficoltà. Dirò però ai magistrati che ho chiamato ben due volte i carabinieri – aggiunge – e solo dopo la seconda sono intervenuti”.
La strage familiare si è consumata nell’appartamento di via Novello, al civico 5, dove la famiglia viveva con il figlio di 9 anni. “Ammiravo quella donna. Un giorno – racconta – mi ero dimenticata di comprare la pasta e lei, che aveva pochi soldi, me ne ha dato un chilo. Ogni tanto le compravo il cibo per il gatto, e quella tenda blu sul balcone gliel’ho regalata io”. Dal suo appartamento, in cui vive con un piccione ammaestrato e un coniglio bianco, dice di aver sentito le urla sin dal principio, “quando la stava ancora picchiando”. In quel momento decide di chiamare una prima volta i carabinieri. “‘C’è un uomo che sta uccidendo la moglie’, ho detto al telefono. Poi ho sentito altre urla e lamenti, e il rumore dei piatti e posate che cadono, come se lui avesse preso il coltello dal cassetto – racconta -. Quindi sono scesa e ho chiamato di nuovo i carabinieri, mi hanno sentito tutti che gridavo chiedendo aiuto ma nessuno ha aperto. Se fossero usciti anche gli altri vicini avremmo potuto fermarlo, qui c’è anche uno che ha la pistola, ma tutti si fanno i fatti propri e nessuno ha coraggio”.
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