Forlì, 14 set. (LaPresse) – Un uomo, 61enne, promotore finanziario, originario di San Piero in Bagno (Forlì), si è impossessato indebitamente negli anni di 9.400.000 euro dei suoi investitori, spendendoli al casinò. Si è presentato a marzo, in lacrime, al comando della guardia di finanza di Forlì, dicendo di non voler tornare a casa e di voler confessare tutto ai militari. La moglie del promotore, ignara di tutto, è stata informata telefonicamente da questo davanti ai finanzieri. Il 61enne intascava denaro contante, assegni e bonifici dai suoi clienti, producendo egli stesso la documentazione attestante gli investimenti e falsificando i loghi di note società finanziarie, che poi inviava a mezzo posta ai clienti. Periodicamente si recava a Milano, dove hanno sede gli istituti bancari e le società di investimento con i quali risultavano sottoscritti i falsi investimenti, per spedire le rendicontazioni periodiche.
70 TRUFFATI. Solo i primi investitori sono riusciti a riottenere il capitale e gli interessi maturati, che il promotore riconosceva anche al 20% delle somme investite, al fine di alimentare la sua fama e il passaparola. Sono 70 i soggetti truffati, tra cui imprenditori, commercialisti, notai, avvocati e gente comune. Una pensionata di 71 anni della provincia di Arezzo, moglie dell’ex professore di ragioneria dell’uomo, che negli anni gli aveva affidato al promotore circa 730 mila euro. Il cognato ha visto svanire nel nulla i circa 600 mila euro affidati al promotore per investirli a nome delle figlie.
Per raggirare la normativa antiriciclaggio, l’indagato aveva escogitato un ingegnoso sistema che gli consentiva di utilizzare i titoli raccolti dagli investitori direttamente nella casa da gioco. A partire dal 2011, il promotore richiedeva ai risparmiatori l’emissione di assegni circolari intestati a due sigle societarie che sono risultate riconducibili al casinò da egli frequentato. Gli investitori accettavano di intestare i propri assegni ad acronimi che, se digitati sui motori di ricerca, riconducevano a società finanziarie, ma erano in realtà le iniziali della casa da gioco dove l’uomo sperperava i titoli. In altri casi il promotore chiedeva di intestare gli assegni a persone fisiche che sono risultati essere dipendenti del casinò stesso. Il valore complessivo dei titoli intestati direttamente alla casa da gioco ammonta a circa 2 milioni di euro. I conseguenti accertamenti presso il casinò hanno consentito di riscontrare violazioni alla normativa antiriciclaggio e contestare la violazione di omessa segnalazione di operazioni sospette per complessivi euro 3.618.400 con una sanzione prevista fino al 40% dello stesso importo.
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