Roma, 17 ago. (LaPresse) – “In tutto il mondo, in tutte le forme di governo, nei Paesi occidentali come in quelli orientali, una parte enorme e sproporzionata delle risorse viene impiegata per soddisfare i bisogni di una ridotta minoranza. Nel nostro settore, per esempio, una percentuale troppo alta di prodotti nuovi e belli è riservata ad una ristretta cerchia di benestanti. L’obiettivo di Ikea è ribaltare questa situazione”.

E’ un manifesto politico, quello di Ingvar Kamprad, il fondatore di Ikea. Questo discorso, che risale al dicembre del 1976, si intitola ‘Il testamento di un commerciante di mobili’ e fa parte del ‘Piccolo glossario Ikea’, un agile libretto di qualche decina di pagine che viene distribuito a tutti i nuovi dipendenti. Un documento nel quale lui presenta come uno Steve Jobs dei mobili.

La sua ambizione ha il respiro della politica: “Abbiamo deciso – afferma – di stare dalla parte della Maggioranza. Ciò che è bene per i nostri clienti è, a lungo termine, bene anche per noi. Questo è un obiettivo che comporta delle responsabilità”.

Ma subito puntualizza: “Possiamo contribuire al processo di democratizzazione, ho detto prima. Per maggior chiarezza vorrei aggiungere che con questo non intendiamo affatto prendere posizione in questioni come, ad esempio, il livellamento degli stipendi. Si può dire che noi vogliamo affrontare anche questo tipo di problemi in un’ottica diversa”.

Un testo che sembra un monumento al ‘Think different’, il vecchio cavallo di battaglia della Apple: “Se all’inizio avessimo chiesto – racconta – il parere di esperti sulla convenienza o meno di fondare un’azienda come Ikea in un centro piccolo come Älmhult (la prima sede dell’azienda, in Svezia, ndr), saremmo stati sicuramente scoraggiati.

Eppure oggi a Älmhult ha sede una delle aziende più grandi del mondo nel settore dell’arredamento. Avendo il coraggio di essere diversi, troviamo sempre nuove soluzioni”.

“Non è un caso – continua – che i nostri responsabili degli acquisti si rivolgano a una fabbrica di finestre per le strutture dei nostri tavoli o a una fabbrica di camicie per i nostri cuscini da sedia; è semplicemente la risposta alla domanda ‘Perché dobbiamo fare le cose in modo tradizionale?'”.

“Abbiamo grandi ambizioni – dice Kamprad – perché sappiamo di avere qualcosa da offrire a tutti i mercati del mondo; sappiamo di poter contribuire efficacemente, in futuro, al processo di democratizzazione, non solo in Svezia ma in tutto il mondo. Sappiamo che il commercio su vasta scala ci procura sempre nuovi vantaggi sul mercato interno e che i nuovi mercati ci permettono di ripartire maggiormente i rischi. Per questo è nostro dovere espanderci”.

Kamprad, che ha fondato l’azienda a soli 17 anni, è un nemico della burocrazia: “Il timore di sbagliare – dice – è la base della burocrazia e il nemico di qualsiasi tipo di sviluppo”. E poi offre la sua chiave per il successo: “La parola chiave – spiega – è modestia.

La modestia significa molto per noi, nel nostro lavoro come nel nostro tempo libero. Anzi, è decisiva per noi, come persone. Non significa solo rispetto e considerazione per gli altri, ma anche cordialità e generosità. La forza di volontà senza modestia crea spesso dei conflitti. Con la modestia, invece, la forza di volontà diventa la tua arma segreta per migliorare sia come individuo che come parte della comunità”.

E poi il monito: “Soluzioni costose – dice – ai problemi sono spesso segni di mediocrità. Non ci interessa una soluzione prima di sapere quanto costa. Un’idea senza etichetta prezzo non è accettabile! Prima di scegliere una soluzione, esaminala in relazione ai costi. Soltanto allora puoi giudicarne la validità. Lo spreco di risorse è una delle più grandi malattie della società. Molte costruzioni moderne sono un monumento alla stupidità umana più che la soddisfazione razionale di un bisogno. Ma ancora più costoso è lo spreco nelle piccole cose: archiviare documenti che sai non ti serviranno più. Dedicare troppo tempo a dimostrare a tutti i costi che hai ragione. Rimandare una questione alla prossima riunione perché al momento non vuoi prenderti la responsabilità. Telefonare quando puoi scrivere o inviare un telex. Potremmo continuare all’infinito. Sfrutta le risorse a tua disposizione secondo lo spirito Ikea. Otterrai buoni risultati con mezzi limitati”.

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