Di Benedetta Dalla Rovere

Milano, 13 ago. (LaPresse) – Martina Levato, condannata a 14 anni per aver sfigurato con l’acido l’ex compagno di classe Pietro Barbini, è arrivata alla Clinica Mangiagalli di Milano poco dopo le 17.20, a bordo d un furgone della polizia penitenziaria. Ad accoglierla, tra lo stupore di un piccolo capannello di curiosi, c’erano gli infermieri di quella che il pm Marcello Musso, titolare delle indagini sui blitz punitivi a base di acido, ha definito la migliore struttura “materno – infantile non solo di Milano ma di tutta la Lombardia”. La decisione di trasferire in ospedale la studentessa bocconiana è stata presa proprio dal magistrato ieri mattina, con l’intento di assicurare a mamma e nascituro la migliore assistenza possibile.

Adesso, lasciando da parte i disagi della vita a San Vittore, dove la colonnina di mercurio in cella negli ultimi giorni sfiorava i 40 gradi, Martina avrà qualche giorno per concentrarsi su di sè e sul figlio che deve nascere. La scelta del pm di farla partorire alla Mangiagalli, invece che all’Ospedale San Paolo dov’era stata seguita per tutta la gravidanza, però, l’ha spiazzata.

Ieri la ragazza, quando ha saputo del cambiamento di programma, ha avuto una reazione istintiva di rifiuto e di paura. Per aiutarla a superare incertezze e perplessità è dovuta intervenire in prima persona la direttrice del carcere di San Vittore Gloria Manzelli, che insieme ai responsabili delle guardie carcerarie ha parlato con lei per quasi due ore. Poi via, alla Mangiagalli.

Una decisione che, a dire dei medici della struttura che l’hanno visitata, è stata azzeccata, perchè già dai primi esami è emerso che la gravidanza è ormai quasi a termine. E anche il cesareo programmato su indicazione della ragazza per Ferragosto potrebbe essere anticipato di qualche ora. Nel frattempo Martina occuperà da sola una delle tante stanze doppie dell’istituto, con aria condizionata e tutti i comfort. A sorvegliarla ci saranno degli agenti in borghese e le visite, comprese quelle dei nonni del piccolo, dovranno essere autorizzate dal pm. Dopo il parto, la ragazza verrà trasferita all’Icam, la struttura a “custodia attenuata” di via Macedonio Melloni, dove attenderà la decisione del Tribunale dei minori sul futuro del suo bambino.

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