Roma, 12 ago. (LaPresse) – La tendopoli per l’emergenza profughi, issata dalla Croce rossa nei pressi della stazione Tiburtina, a Roma, continua dopo due mesi di attività, a lavorare a pieno regime.

Doveva essere una soluzione di emergenza in attesa della ristrutturazione del Ferrhotel, l’ex alloggio dei ferrovieri in via Masaniello, sempre vicino alla Tiburtina, che Comune e prefettura avevano assicurato sarebbe stato pronto per luglio. In realtà i lavori procedono a rilento e nella tensostruttura continuano ad arrivare immigrati. Nel pomeriggio Francesca Danese e Marta Leonori, assessori comunali rispettivamente alle Politiche sociali e al Commercio visiteranno la tendopoli per fare il punto sulla situazione.

Al momento sono ospitate 160 persone provenienti prevalentemente dall’Eritrea ma anche da Etiopia, Afghanistan e Ciad. Sono migranti in transito dall’Italia: la maggior parte di loro passa da Roma per arrivare in Francia, Germania o Svezia. “Il lavoro procede bene, a parte la pioggia degli ultimi giorni – spiega Silvia Piscitelli, responsabile attività sociali Croce rossa italiana di Roma – le persone sono ospitate in tende da otto a sedici posti, un quarto sono donne e ci sono circa quindici bambini”.

“Distribuiamo colazione, pranzo e cena e con l’aiuto delle parrocchie, le Acli, la Comunità di Sant’Egidio e altre associazioni promuoviamo attività – aggiunge Piscitelli – mentre Save the Children ha un presidio per la protezione dei minori all’interno del campo”.

Il numero degli ospiti cambia ogni giorno, e la tendopoli si adatta: la scorsa settimana era piena, con 240 migranti.

“Lo spazio è modulabile ma per motivi di sicurezza non possiamo aumentare all’infinito il numero delle tende – dice Piscitelli – le montiamo in modo che abbiano l’ingresso rivolto verso il punto centrale di accoglienza dal quale abbiamo una visione integrale del campo”.

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