Di Alessandra Lemme

Roma, 11 ago. (LaPresse) – La Gazzetta Ufficiale di domani pubblicherà tutti i dettagli della gara europea per il Servizio di assistenza alloggiativa temporanea (Saat) del Campidoglio, ed è la prima volta che succede nella non breve storia di Roma. Un bando da 27 milioni di euro, suddiviso in otto lotti, che oltre a garantire, dal 2016, una casa a mille famiglie in condizioni di disagio sociale, assicurerà un risparmio di 13 milioni di euro l’anno al Comune, che ancora oggi spende in residence e altre sistemazioni per l’emergenza abitativa oltre 40 milioni annui.

Il sindaco Ignazio Marino parla di “giornata storica” e ammette che, fino a oggi, una casa di 40 metri quadri affittata dal Comune per assistere i poveri “poteva costare anche quattromila euro al mese”.

“Il vantaggio principale dal vecchio sistema lo avevano gli imprenditori, non i bisognosi che vivevano nei residence”, prosegue Marino aggiungendo che oltre alle mille unità abitative previste dal bando, 900 famiglie, rimaste fuori dai nuovi alloggi, saranno aiutate a pagare l’affitto con il buono casa comunale (da 600 a 800 euro a seconda di quanto è numerosa la famiglia), o un contributo erogato dai municipi.

Per accedere al Saat è necessario un reddito inferiore ai 18mila euro e non essere proprietari di immobili: circa quattro mila nuclei familiari aspettano una sistemazione a fronte 1900 soluzioni proposte dal Campidoglio. I problemi non mancano, a cominciare dal buono casa, partito da qualche mese ma che ancora non decolla perché non esiste una struttura comunale capace di far incontrare domanda e offerta di alloggi. L’iniziativa il Campidoglio la lascia alle famiglie che però essendo, come recita il bando, “in particolare stato di disagio e fragilità sociale”, hanno evidenti difficoltà ad organizzarsi da sole.

Altra questione, non meno importante, sarà decidere chi ha diritto al Saat e mandare via gli altri se è vero che, come sottolinea il consigliere radicale in quota Pd, Riccardo Magi, dai controlli fatti su un sesto degli attuali residence “dal 30 al 50% degli assistiti non ha tutti i requisiti necessari per viverci”. “Indietro non si torna, sarà una novità definitiva – sottolinea il direttore dei Dipartimento politiche abitative, Luigi Ciminelli – ma per poter procedere bisogna azzerare tutto il sistema”.

In poche parole gli imprenditori che fino a oggi affittavano l’appartamento di 40 metri quadri a quattromila euro, tra gli altri Salvatore Buzzi in carcere nell’ambito dell’inchiesta su Mafia capitale, potranno partecipare alla gara ma solo con un’offerta in linea con il canone concordato. Gli attuali ospiti dovranno lasciare le vecchie strutture e dimostrare di avere tutti i requisiti, per poter entrare nelle nuove.

La pubblicazione del bando non risolverà i problemi legati alla cosiddetta emergenza abitativa, con la quale Roma fa i conti da sempre. Ma l’alto numero di scontenti per la decisione presa dal Campidoglio almeno in parte conferma la necessità di cambiamento in un settore dentro al quale girano interessi e soldi ben oltre i 40 milioni di euro messi a bilancio. Non a caso l’assessore alle politiche sociali e abitative Francesca Danese vive sotto scorta e chi l’ha preceduta, Daniele Ozzimo, è agli arresti da giugno.

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