Milano, 21 lug. (LaPresse) – Il pm milanese Eugenio Fusco ha chiesto al giudice Chiara Valori di rinviare a giudizio il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. L’inchiesta è quella che vede il governatore indagato per presunte pressioni sui vertici di Expo spa, fatte per riuscire ad inserire Maria Grazia Paturzo – donna cui sarebbe stato legato da “relazioni affettive”, secondo la procura – in un viaggio promozionale a Tokio, poi saltato. Il processo è stato chiesto anche per Giacomo Ciriello (capo della segreteria di Maroni), Andrea Gibelli (segretario generale della Regione Lombardia di recente nominato presidente di Ferrovie Nord Milano), Christian Malangone (direttore generale di Expo spa) e Mara Carluccio (ex collaboratrice del governatore, assunta senza concorso alla società Eupolis della Regione, vicenda per cui il direttore generale Alberto Brugnoli ha già patteggiato).
Anche Expo spa risulta indagata, in base alla legge sulla responsabilità amministrativa delle società. Le ipotesi di reato contestate a Maroni e alle altre quattro persone, a diverso titolo, sono induzione indebita e turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente. L’udienza in cui il gup Valori deciderà è in programma il 20 settembre.
Dice che “è stata una indagine dispendiosa“, parla di “impieghi inusuali per una ipotesi di reato così lieve”, ricorda che “non è stato prodotto alcun danno alla Regione e alle casse pubbliche”. In attesa di battagliare in sede di udienza preliminare (il 30 settembre e non il 20 settembre, come indicato in precedenza), l’avvocato Michele Aiello commenta la notizia della richiesta di rinvio a giudizio del governatore Roberto Maroni. “Con totale trasparenza – dice il penalista, che difende il presidente della Lombardia e il coindagato Giacomo Ciriello – abbiamo evidenziato e corretto gravi errori e falsità riportati nelle varie versioni del capo di imputazione. Conosciamo solo da ieri la nuova e quinta versione del capo di imputazione, con cui andremo in udienza preliminare”.
“Il presidente Maroni – entra nel merito il difensore – rischierebbe di andare a giudizio perché il suo fidato capo segreteria ha mandato un sms al direttore generale Expo, con cui chiedeva cortesemente, e chi conosce il dottor Ciriello sa quanto sia sempre cortese, la presenza in una missione Expo di una dirigente. La società aveva ritualmente approvato viaggio e soggiorno, ma il governatore annullò ugualmente la missione per concomitanti impegni istituzionali in Svizzera”.
E ancora, sempre parole dure dell’avvocato Aiello: “Più che un ‘processo alle intenzioni’ sembra la consolidata e irriducibile ‘intenzione’ di mandare comunque Maroni a processo”. L’Expo 2015 è indicata nella richiesta di rinvio a giudizio come indagata, potenziale portatrice di responsabilità amministrative. Però nello stesso atto è considerata anche parte lesa, assieme alla società regionale Eupolis, quella che avrebbe assunto la Mara Carluccio per fare un favore a Maroni, di cui lei era stata collaboratrice.
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