Roma, 14 lug. (LaPresse) – Dipendenti infedeli sottraevano documenti e cambiavano i dati dei correntisti, per appropriarsi dei loro risparmi, reinvestirli o ricaricare carte prepagate. Le indagini hanno portato a 11 ordinanze di custodia cautelare per truffa e frode ai danni dei correntisti di Poste italiane.
E’ il frutto dell’operazione, chiamata ‘Prometeo’, messa in atto dalla polizia in sinergia con Poste Italiane che ha interessato diverse province italiane. Truffe ai danni dei correntisti che si sono registrate in diverse zone d’Italia: in Abruzzo, in Liguria ma soprattutto a Roma, dove oltre 650.000 euro sono stati sottratti a titolari di conti di Poste Italiane da una strutturata organizzazione criminale sgominata ieri, dopo una lunga attività d’indagine svolta dal compartimento polizia postale e delle comunicazioni di Roma, coordinata dalla Procura di Roma. L’azione criminale veniva messa in atto da alcuni dipendenti infedeli i quali, accedendo alle banche dati, individuavano i conti correnti più ‘appetibili’ con maggiore disponibilità economica.
I dipendenti infedeli si impossessavano di copie di documenti d’identità degli ignari titolari e di numerazioni degli assegni in dotazione ma non ancora utilizzati, dirottando consistenti somme di denaro con diverse operazioni fraudolente. Nel corso delle indagini è stata infatti accertata la clonazione e riscossione in frode di assegni postali, buoni postali fruttiferi del vecchio tipo e libretti postali a risparmio. Per rendere ancora più agevole l’attuazione della truffa, l’organizzazione entrava nel sistema telematico di Poste e sostituiva il numero di telefono lasciato come recapito dal malcapitato correntista con un’altra utenza telefonica attivata con documenti falsi.
Lo stesso giorno l’organizzazione monetizzava i vaglia e i buoni reinvestendo le somme con altri prodotti postali o ricariche di carte Poste Pay intestati ad ulteriori nominativi e completando in questo modo l’opera di riciclaggio. Il personale del compartimento polizia postale e delle comunicazioni di Roma ha ricomposto il flusso di denaro quantificato in circa 650.000 euro riscossi in frode, mentre le truffe tentate ammontano a circa 13.000 euro.
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