Milano, 6 lug. (LaPresse) – Era stato aggredito per sbaglio con dell’acido mentre tornava a casa dalla discoteca. Per questo gli avvocati Andrea Orabona e Benedetta Maggioni hanno chiesto oltre 3 milioni di euro di danni per il loro assitito Stefano Savi, lo studente 26enne aggredito il 2 novembre scorso a Milano mentre tornava a casa dalla discoteca, e per i suoi familiari.
E’ quanto è emerso nel corso della prima udienza del processo a carico di Alexander Boettcher per le aggressioni commesse ai danni di Savi, del fotografo Giuliano Carparelli, vero obiettivo del trio composto da Boettcher Martina Levato e Andrea Magnani, illeso solo perché si è riparato con un ombrello, e Antonio Margarito, che Martina Levato avrebbe cercato di evirare nel maggio del 2014. Per Boettcher, l’unico a non aver scelto il rito abbreviato, il processo si è aperto questa mattina davanti ai giudici dell’undicesima sezione penale di Milano. Nel corso dell’udienza i giudici hanno ammesso come parti civili nel processo al broker, accusato di associazione per delinquere, Savi e i suoi familiari, Antonio Margarito, assistito dall’avvocato Marco Menegatti, e Giuliano Carparelli, assistito dall’avvocato Paolo Tosoni.
Ammessa dai giudici anche la costituzione di parte civile della Asl di Milano per le cure a cui Savi, che è stato colpito al volto e agli occhi dall’acido, si è sottoposto per mesi all’ospedale Niguarda. In aula era presente anche il papà dello studente 26enne di Economia alla Bicocca. Alexander e Martina sono già stati condannati in primo grado a giugno a 14 anni di carcere per l’aggressione a Pietro Barbini dello scorso 28 dicembre. Nelle liste depositate dalle parti per il nuovo processo a Boettcher sono stati indicati circa 250 testimoni.
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