di Giuseppe G. Colombo
Roma, 16 mag. (LaPresse) – Una medaglia dell’angelo che “distrugge lo spirito cattivo della guerra” con la speranza e l’augurio che diventi il simbolo di una ‘missione’ di pace nella martoriata Terra Santa. E’ questo il significato del dono che Papa Francesco ha consegnato oggi nelle mani del presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, nel corso dell’udienza privata che si è svolta nel Palazzo apostolico. Venti minuti di colloquio “molto caloroso” e all’insegna della cordialità nel corso del quale si è fatto il punto sul processo di pace tra Palestina e Israele, con l’auspicio che si possano riprendere i negoziati diretti tra le parti per trovare “una soluzione giusta e duratura al conflitto”.
L’ABBRACCIO TRA I DUE. Abu Mazen è arrivato al Palazzo apostolico intorno alle 10 insieme a una delegazione composta da 11 membri, tra i quali figuravano alcuni ministri e il sindaco di Betlemme. Una stretta di mano, un abbraccio, due baci e poi il presidente dell’Anp ha chiesto al Papa: “Come stai?”. Bergoglio ha risposto: “Bene”. Poi un passaggio ironico: “Ti vedo più giovane”, ha detto Abu Mazen al pontefice.
“PROMUOVERE DIALOGO INTERRELIGIOSO”. Nel corso dell’udienza, come ha reso noto la Santa Sede, si è ribadito l’augurio, che “con il sostegno della comunità internazionale, israeliani e palestinesi prendano con determinazione decisioni coraggiose a favore della pace”. In riferimento ai “conflitti che affliggono il Medioriente”, il Papa e Abu Mazen hanno sottolineato, inoltre, l’importanza di combattere il terrorismo e di “promuovere il dialogo interreligioso”.
I RAPPORTI TRA SANTA SEDE E PALESTINA. L’udienza di oggi conferma i buoni rapporti che intercorrono tra la Santa Sede e l’Autorità palestinese, alla luce del concordato siglato tre giorni fa che apre una nuova fase nella relazione tra i due Paesi. Un faccia a faccia – quello tra il Papa e Abu Mazen – che è servito probabilmente anche a fare una sorta di bilancio sulle nuove posizioni assunte dalla Santa Sede nei confronti della Palestina.
IL RUOLO CRUCIALE DI BERGOGLIO. Il ruolo di Bergoglio si conferma cruciale per il processo di pace in Medioriente: un altro tassello che si aggiunge al già proficuo ‘mestiere’ di mediatore nelle situazioni internazionali più delicate, come quella tra gli Stati Uniti e Cuba. Dall’altra parte Abu Mazen potrà ritornare in Palestina forte dell’appoggio della Santa Sede nella consapevolezza che Papa Francesco ha a cuore la condizione dei cristiani in Terra Santa.
ABU MAZEN: PALESTINA TERRA DI SANTITA’. E proprio a questo tema Abu Mazen ha dedicato un messaggio pubblicato da Palestine News Network: “Vogliamo esprimere apprezzamento ai nostri fratelli cristiani palestinesi per la loro fermezza e il contributo efficace fornito per costruire la nazione palestinese: chiediamo ai cristiani palestinesi di restare con noi e godere dei diritti di piena cittadinanza, e affrontare con noi le difficoltà della vita fino a quando raggiungeremo la libertà, la sovranità e la dignità umana”. “Attraverso la verità e la giustizia possiamo decidere il nostro destino, e con le preghiere dei credenti sinceri e fedeli saranno realizzati tutti i nostri sforzi”, ha aggiunto. La nostra Terra Santa è diventata un bastione della virtù per tutto il mondo, e siamo grati a Sua Santità Papa Francesco”, ha sottolineato il presidente dell’Anp, che ha proseguito: “La Palestina non è una terra di guerra, è piuttosto una terra di santità e virtù come Dio voleva che fosse”.
LE SUORE SANTE. Parlando delle due nuove sante, che saranno canonizzate domani, il presidente dell’Anp evidenzia che suor Mariam Baouardy Haddad e suor Marie Alphonsine “rappresentano una generazione di donne virtuose e pie che sono in grado di affrontare le sfide e trasmettere un messaggio speciale in particolare in Palestina e nei paesi arabi”, confermando “la nostra determinazione a costruire una Palestina sovrana, indipendente e basata sui principi di parità di cittadinanza”.
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