di Denise Faticante
Roma, 13 mag. (LaPresse) – In stato febbrile, ma lucido e collaborativo. Queste le condizioni di salute dell’infermiere 37enne sardo che, in Sierra Leone, ha contratto l’ebola e che da questa mattina è ricoverato all’ospedale Spallanzani di Roma. I medici del centro specializzato per le malattie infettive, questa mattina hanno emesso un primo bollettino nel quale si evidenzia che “le condizioni non sono critiche”. Durante la conferenza stampa, i medici hanno fatto sapere di non avere nessuna prova delle modalità di contagio. “La gestione del trasporto è stata effettuata secondo i protocolli previsti”, hanno confermato poi i sanitari.
RISCHIO CONTAGIO. Per quanto riguarda i rischi di contagio, il direttore scientifico dell’ospedale, Giuseppe Ippolito ha sottolineato che se esiste “è trascurabile” aggiungendo poi che “stiamo verificando contatti ed esposti: a tal fine il dottor Guerra che si trova in Sardegna ci riferirà sui controlli effettuati”. Ippolito ha infine chiarito che l’infermiere di Emergency è seguito “da medici e infermieri volontari con il supporto di un team logistico e dei laboratori. In totale sono al lavoro circa 100 persone”.
LA CURA. Parlando della terapia che il volontario di Emergency sta seguendo, i medici hanno evidenziato che “il paziente ha iniziato il trattamento antivirale specifico con un farmaco non registrato, autorizzato da un’ordinanza Aifa”. Ma sulla cura Ippolito, ha anche detto che si sta valutando l’utilizzo di plasma di un donatore guarito: “Abbiamo già contattato il Centro Nazionale Sangue e stiamo valutando tutte le opzioni terapeutiche, in accordo con il centro di coordinamento dell’Oms”, ha affermato.
L’AUTOISOLAMENTO E IL TRASPORTO. L”infermiere, dal suo rientro dall’Africa, ha avuto contatti con alcune persone. Per questo l’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari, ha annunciato che “a scopo precauzionale sono state attivate le stabilite procedure di controllo e di sicurezza per le pochissime persone che hanno avuto contatti con il paziente”.
L’infermiere, che aveva lavorato nel Centro di cura dei malati di Ebola in Sierra Leone ed era arrivato in Sardegna l’8 maggio, ha effettuato l’automonitoraggio delle proprie condizioni di salute, come previsto dai protocolli del ministero della Salute e di Emergency, e ha manifestato i primi sintomi nella tarda serata di domenica scorsa. Quando la sua temperatura ha raggiunto i 39.2 si è messo in quarantena, mettendosi di sua volontà in isolamento. Il 37enne, di cui non sono state rese note le generalità, è arrivato a Roma questa notte trasportato da un C-130 dell’aeronautica militare. Il trasferimento, che è avvenuto prima da Sassari all’aeroporto di Alghero in ambulanza, poi in aereo da Alghero a Pratica di Mare ed infine in ambulanza dallo scalo allo Spallanzani di Roma, è stato molto complesso e ha richiesto attrezzature speciali e personale altamente qualificato.
In particolare sono state utilizzate particolari barelle che consentono il trasporto in condizioni di biocontenimento assoluto.
EMERGENCY. “Sereno e fiducioso: una persona solida”. Così viene definito da Rossella Miccio, coordinatore dell’ufficio umanitario di Emergency, l’infermiere. “E’ evidente che qualcosa non abbia funzionato – ha sottolineato -, visto che si è ammalato: le procedure le rivediamo costantemente ma purtroppo l’errore umano o il problema tecnico possono esserci e stiamo ancora cercando di capire cosa sia successo”.
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