Milano, 27 apr. (LaPresse) – Inizierà il 3 luglio davanti alla Corte d’Assise di Bergamo il processo a carico di Massimo Bossetti, il muratore 44enne accusato di aver ucciso Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate (Bergamo) uccisa il 26 novembre 2010. Lo ha deciso il gup di Bergamo Ciro Iacomino. Questa mattina Bossetti era presente in aula. Fuori c’era anche Massimo Maggioni, l’ex collega su cui Bossetti tentò di scaricare le responsabilità della morte della ragazzina.
“Il rinvio a giudizio era quasi scontato”, ha spiegato l’avvocato Claudio Salvagni che difende Bossetti insieme al collega Paolo Camporini. “Quello che ci ha lasciati tutti molto perplessi – ha aggiunto – è stata la decisione di respingere la nostra richiesta di incidente probatorio sul Dna trovato sugli indumenti di Yara. L’incidente probatorio è uno strumento di indagine e anche il Tribunale di Brescia lo aveva indicato come necessario, poi adesso il gup di Bergamo ce lo rifiuta. C’è qualcosa che non va”.
I legali hanno sollevato anche una eccezione relativa all’inutilizzabilità della relazione del Ris sul Dna, perché affidata dal pm con lo strumento giuridico della delega di indagine e non come accertamento tecnico irripetibile. La difesa ha anche chiesto che venga modificato il capo di imputazione nel passaggio in cui indica sia Brembate Sopra sia Chignolo d’Isola come luogo del delitto. Entrambe le eccezioni sono state respinte.
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