Roma, 3 apr. (LaPresse) – “Darò voce agli innocenti condannati ingiustamente”. Così Amanda Knox, condannata e poi assolta definitivamente dalla Cassazione dall’accusa di avere ucciso Meredith Kercher, in una lunga lettera in italiano scritta al settimanale ‘Oggi’, che la pubblica in simultanea con il Seattle Times. “Nel corso di questi ultimi sette anni e mezzo – scrive la ragazza – la consapevolezza della mia innocenza mi ha spinto ad andare avanti. La vostra gentilezza mi ha sostenuto. Sono e sarò per sempre grata alle tante persone che mi hanno aiutato a sopravvivere quando ero più vulnerabile e mi sentivo quasi del tutto persa”.
“NESSUNO RESTITUIRA’ MEREDITH ALLA SUA FAMIGLIA”. Nella lettera, Amanda Knox si dice “sollevata e grata” per la decisione della Cassazione e spiega di essere ugualmente felice che Raffaele Sollecito possa andare oltre l’ingiustizia della sua condanna. Sono ben consapevole, però, che questa storia non ha un lieto fine. A differenza di una condanna ingiusta, che può essere ribaltata, nulla potrà mai restituire Meredith alla sua famiglia e ai suoi cari”.
“GRAZIE A CHI MI E’ STATO VICINO”. Amanda Knox ringrazia più volte la sua famiglia e i suoi cari che “hanno mollato tutto per starmi vicino in Italia”, gli amici che hanno messo a disposizione “le loro risorse”, ma anche gli avvocati, “gli esperti del Dna di fama internazionale”, ex investigatori dell’Fbi specializzati nell’analisi della scena del crimine, la gente comune: tutti, scrive l’americana, “hanno visto l’ingiustizia di cui ero vittima e hanno fatto sentire la propria voce”.
“TROPPE LE VITTIME DELL’INGIUSTIZIA”. La giovane spiega di essere “fortunata ad aver ricevuto tutto questo sostego” e ha deciso quindi di lavorare “per dare voce” alle “innumerevoli altre vittime di ingiustizia che non hanno avuto la stessa fortuna, lo stesso sostegno”. Lo farò perché so bene come un errore giudiziario possa distruggere una vita e perché il modo migliore per onorare la vittima di un crimine è consegnare alla giustizia i veri autori di quel crimine”.
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