Roma, 25 mar. (LaPresse) – Condannati, poi assolti, infine nuovamente condannati. E non è ancora finita. Oggi uno dei processi più controversi degli ultimi anni approda per la seconda volta in Cassazione. Esattamente dopo due anni. E oggi i giudici della V sezione penale, presieduti da Gennaro Marasca, dovranno decidere se confermare o meno la condanna per Raffaele Sollecito e Amanda Knox condannati dai giudici della corte d’Assise d’Appello di Firenze (tribunale nel quale la Cassazione due anni fa ha rinviato il processo, di fatto riaprendolo ndr) a 25 anni e 28 anni e sei mesi per l’omicidio di Meredith Kercher, studentessa inglese trovata senza vita nella sua stanza in un appartamento di Perugia la notte del primo novembre 2007.

Amanda e Raffaele hanno scontato quattro anni di carcere. Sono stati condannati in primo grado a 26 e 25 anni. Nel 2011, in Appello, sono stati assolti e il 25 marzo 2013 la Cassazione ha annullato le assoluzioni rinviando il processo al tribunale di Firenze. La condanna dell’appello bis per Amanda e Raffaele è scattata il 30 gennaio 2014. Per l’omicidio di Meredith è stato condannato definitivamente Rudy Guede, processato con rito abbreviato: sta scontando sedici anni di reclusione. Secondo la ricostruzione dei giudici, Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Rudy Guede devono essere considerati “ugualmente responsabili” per l’omicidio di Meredith Kercher dal momento che insieme operarono per lo stesso fine: quello “di immobilizzare Meredith e usarle violenza”.

Tutti gli imputati si sono sempre proclamati innocenti. Contro le condanne hanno fatto ricorso i legali dei due ragazzi, Giulia Bongiorno e Luca Maori, che difendono il giovane pugliese, hanno evidenziato “sviste, lapsus ed errori grossolani”. Con loro anche i legali di Amanda Knox – che attenderà la sentenza nella sua Seattle – Carlo Dalla Vedova e Luciano Ghirga chiedono l’annullamento della sentenza.

I tempi della decisione sono incerti. Non si sa infatti se il verdetto possa arrivare in serata. Sollecito ha fatto sapere che sarà in aula, così come due anni fa, ad attendere l’esito che darà in un senso o nell’altro la svolta alla sua vita. Attenderenno invece in Inghliterra lasentenza i familiari di Mez. In aula anche i loro avvocati, Francesco Maresca,Serena Perna e Vieri Fabiani che rappresentano la parte civile. Chiedono ovviamente che vengano respinti i ricorsi degli imputati.

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